Da Kostner a Fontana, l’Italia applaude lo sport in rosa

ROMA – Dal ghiaccio all’acqua, il filo d’oro che unisce l’Italia è rosa. I titoli europei di Carolina Kostner nel pattinaggio di figura, Arianna Fontana con uno storico tris nello short track e del Setterosa nella pallanuoto hanno confermato un dato che negli anni da sorpresa sta diventando certezza: lo sport italiano è sempre più donna. Che vince grazie al lavoro, commenta il ministro del welfare con delega alle pari opportunità Elsa Fornero: “Le donne nello sport e nella vita vincono con la forza e la tenacia del loro lavoro. Ora tifiamo per tutti gli azzurri, uomini e donne, in vista delle Olimpiadi di Londra 2012” le sue parole.


Il risveglio dopo i trionfi rende salda questa consapevolezza per l’altra metà del cielo agonistico che spesso deve faticare il doppio per avere gli adeguati riconoscimenti. O spesso rinvia o rinuncia alla maternità per non rischiare il ‘posto’, guadagna poco, studia e si laurea tra un allenamento e un altro. Donne super che adesso rendono la prospettiva olimpica sempre più rosea. Non pensa ai prossimi Giochi invernali (Sochi 2014), ma certo Carolina Kostner dopo tante cadute ha sempre saputo rialzarsi: ed è così, con la tenacia dei cromosomi femminili, che l’altoatesina ha vinto il suo quarto titolo continentale, eguagliando un mito dei pattini come Caterina Witt.


Una risposta a chi la dava finita dopo la debacle dei Giochi di Vancouver, a cui seguirono anche le polemiche con il Coni per alcune dichiarazioni del presidente Gianni Petrucci. L’oro di Sheffield riporta il sereno perché “quello che conta sono i risultati e lei ha fatto grandi prestazioni” dice il capo dello sport che ha chiamato la pattinatrice, alfiere a Torino 2006. “Mi metto sugli attenti davanti a te” le parole di Petrucci alla Kostner per siglare il disgelo. Un messaggio che ha raddoppiato l’effetto dell’oro. “Sono molto contenta – dice la Kostner – ogni medaglia è un’emozione a parte”.


Per lei ogni gara è vissuta come fosse l’ultima: il futuro è ancora da scrivere, potranno non arrivare altre medaglie, ma di certo Carolina non si separerà dalle sue lame. Forse aprirà un’Accademia del pattinaggio, farà tour formativi in giro per il mondo, sarà protagonista un cartoon: insomma su di lei non calerà il sipario. Intanto ci sono i mondiali di Nizza e lei ci arriva da leader del Vecchio continente. Ed è una vera furia anche la piccola Fontana, occhi di ghiaccio e grinta da vendere: dopo essere stata la più giovane a vincere una medaglia olimpica (bronzo in staffetta a Torino a 15 anni) nello short track da mascotte è diventata regina. A Mlada Bolesav, in repubblica Ceca, la biondina della Valtellina centra il terzo oro europeo in un solo week end (ha vinto i 3000m, dopo 500 e 1500), il quarto in carriera. Per lei Sochi sarà un altro traguardo da inseguire. Puntano ai Giochi anche le ragazze indomabili della pallanuoto: dopo l’oro di Atene che chiudeva un ciclo memorabile, eccole tornate a cantare l’inno e la canzone (‘Grotta azzurrà’) scritta da un ristoratore emigrato da Policoro a Eindhoven 50 anni fa, e diventata il portafortuna dell’Italia agli europei.


Un successo che rimette in pista anche le donne in calottina: tra loro il ritorno prezioso di Tania Di Mario, protagonista dell’oro olimpico, tornata per rivivere a 33 anni nuove emozioni (eletta anche miglior giocatrice del torneo). Appuntamento a Trieste ad aprile per dare la caccia ai quattro pass olimpici disponibili.
A Pechino dei 28 azzurri a medaglia dieci erano donne. Per Londra sono 134 gli atleti già qualificati, 51 le ragazze. Da Federica Pellegrini a Josefa Idem (ottava Olimpiade per lei) la corrente rosa è pronta a far sognare ancora.