Lotta agli evasori, la ‘movida’ milanese sotto controllo

MILANO – Un blitz come quello messo a segno a Cortina, durante le feste natalizie, e successivamente a Roma, per far venire allo scoperto i ‘furbetti dello scontrino’. Questa volta il campo di azione scelto dagli ispettori dell’Agenzia delle Entrate è Milano, e in particolare le zone della movida meneghina del sabato sera: i Navigli, Brera, corso Como, corso Garibaldi, corso Vercelli. Un blitz meno spettacolare ma sicuramente efficace che ha permesso di controllare gli incassi della serata dei più noti ristoranti del capoluogo lombardo. Gli ispettori dell’Agenzia delle entrate e dell’Inps si sono presentati nei ristoranti prima dell’apertura per poi andare via al momento della chiusura, intorno alle due di notte. Circa sette ore trascorse interamente nei pressi delle casse: per controllare l’emissione dello scontrino e soprattutto per poter comparare l’incasso di fine serata con quello dei sabati precedenti. Un centinaio – 118 secondo quanto riferito informalmente da un ispettore – i locali al setaccio degli ispettori: discoteche, ristoranti e bar della movida notturna.

 

L’operazione è stata condotta congiuntamente con i funzionari dell’Inps e con la polizia municipale: i primi hanno controllato la regolarità dei contratti di lavoro dei dipendenti dei locali, mentre i vigili urbani hanno controllato le auto di grossa cilindrata, dei cui proprietari saranno poi controllate le dichiarazioni dei redditi. Dopo i locali della movida l’altra sera, ieri mattina i militari delle Fiamme Gialle hanno controllato diversi esercizi, tra boutique e bar, della lunga e frenetica strada, alla quale ha dedicato una canzone anche Lucio Dalla, nel suo album ‘Come è profondo il mare’ del 1977. Ieri in realtà erano aperti non più di un terzo degli esercizi della strada, ma la campionatura è stata comunque efficace. Sono stati controllati i libri presenza dei dipendenti, la merce in vendita e verificato gli scontrini.

 

– Sono entrati anche nei miei due negozi – racconta Meghnagi che in corso Buonos Aires ha una boutique di borse e una di abbigliamento – Erano in tre e sono stati gentilissimi.

 

Durante i controlli è stato chiesto anche ad alcuni clienti di mostrare i loro acquisti per verificare se la ricevuta rispettava il presso segnato sul cartellino.

 

– E’ praticamente impossibile che qualcuno esca senza lo scontrino dai nostri negozi – dice la commessa di un negozio di intimo – E’ indispensabile se poi vogliono tornare a cambiare quello che hanno acquistato, il cliente non lo accartoccia certo appena uscito come succede dopo aver bevuto un caffè al bar.

 

Da Piazza Oberdan a Piazzale Loreto, i negozianti hanno accolto i controlli della Guardia di Finanza senza problemi, continuando a servire i clienti, che, ad eccezione di quelli ai cui è stato chiesto lo scontrino, non si sono accorti di nulla. Ancora non sono state resi noti i risultati dei controlli che hanno riguardato anche i venditori abusivi, la vera piaga, secondo i commercianti di Corso Buenos Aires.

 

– Non si può fare un passo senza inciampare in un venditore di cinture, occhiali o di rose – si lamenta il titolare di una boutique – Sono loro che tolgono gli affari ai piccoli negozianti, poi costretti a chiudere, se non ci fossero tutti questi abusivi tornerebbero a vendere qualcosa e non fallirebbero.

 

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