Wikileaks, Assange alla Corte Suprema

LONDRA – Quattro ore ieri, più un’ora per replicare alle tesi dell’accusa oggi pomeriggio. E’ il tempo che Dinah Rose, il legale che rappresenta Julian Assange, ha a sua disposizione per convincere i sette giudici della Corte Suprema britannica che la richiesta di estradizione avanzata dai pm svedesi va rifiutata.
“Il caso è molto semplice: un pm svedese va considerato come autorità giudiziaria capace di spiccare un mandato di arresto europeo e quindi chiedere l’estradizione?”, ha chiesto in apertura del processo Rose. “La persona che compie indagini su un individuo – ha proseguito – non può costituire autorità giudiziaria, che deve essere indipendente dall’esecutivo e dalle parti in causa. Suggerire che lo sia significa infrangere un principio vecchio di secoli”. Nello specifico, sul mandato di arresto europeo Rose ha dichiarato: “La procedura che lo rende possibile si basa sulla fiducia, la semplificazione di queste procedure deve essere bilanciata dalla protezione dei diritti”.


I giudici della Corte Suprema, va ricordato, non entreranno nel merito delle accuse di violenze sessuali mosse nei confronti del boss di Wikileaks ma si esprimeranno solo sulla questione della “dubbia” imparzialità dei procuratori. Il verdetto, se favorevole ad Assange, renderà più complicate le estradizioni tra Gran Bretagna ed il resto d’Europa ed innescherà una revisione della legge attualmente in vigore.