Altri 50 morti, flagellata dal gelo l’Europa dell’Est

ROMA – Continua l’ondata di gelo killer nell’Europa orientale, dove oggi si registrano altre 50 vittime del freddo.
E’ salito così a quasi 130 morti il bilancio dell’ondato di gelo secondo quanto riferiscono le autorità dei diversi Paesi interessati.
Secondo i servizi meteorolgici, questo periodo di freddo intenso dovrebbe proseguire almeno fino al termine della settimana.
La situazione più drammatica è quella che s’è verificata in Ucraina e in Bielorussia,  dove la colonnina di mercurio è scesa anche sotto i -33 gradi e sono ormai 63 i morti assiderati. Per lo più si tratta di “senza tetto” morti per strada, ma c’è anche il caso di persone decedute nella propria abitazione.
Il ministero delle Emergenze parla anche di 900 persone ricoverate in ospedale ed altre 2 mila che hanno trovato rifugio dei centri di accoglienza allestiti dal governo.
Difficile la situazione anche in Polonia dove il termometro nel sud est del Paese ha toccato -32 gradi. Nella notte sono morte altre nove persone, portando il bilancio delle vittime del freddo a quota 29.
La Romania, con -31 gradi nel nord, ha registrato otto nuovi decessi, portando a 22 il bilancio dei morti da una settimana, secondo il ministero della Salute.
In Serbia, con -36 gradi, il freddo ha provocato sette morti negli ultimi sette giorni e oltre 11.500 persone sono bloccate in diversi villaggi isolati nel nord ovest a causa della nave.
Tre vittime anche nei paesi Baltici, compreso un senza tetto trovato morto in una casa abbandonata in Lituania. E due senza tetto sono morti per assideramento nella Repubblica Ceca. Morti per freddo anche in Slovacchia, Austria.
Prosegue l’ondata di gelo anche in Grecia, dove un centinaio di villaggi montani sono isolati per le abbondanti nevicate.
A Mosca, la minima di -24 della notte scorsa, con punte di -28 nell’hinterland, non ha provocato problemi eccessivi, in una città che ha grande esperienza nell’affrontare neve e gelo.
Freddo intenso e forti nevicate hanno colpito anche il Giappone nordoccidentale, dove si registrano finora almeno 56 morti.

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