Pdl e Pd alzano il sipario: al via il confronto sulle riforme

ROMA – Da domani si alza il sipario sulle riforme. Ci prova il PdL, come ha annunciato Ignazio La Russa, che apre il confronto con tutte le forze parlamentari sulla riforma della legge elettorale e delle istituzioni. Il Pd, fanno sapere fonti interne, è pronto al dialogo e prepara un suo giro d’orizzonte. Il treno delle riforme, per anni fermo in stazione, è pronto a partire ma deve adesso trovare il suo binario di marcia e questo sarà il primo punto di discussione.
L’iniziativa è una prima risposta alle ripetute sollecitazioni venute negli ultimi mesi da Giorgio Napolitano affinchè i partiti affianchino l’azione dell’esecutivo in campo economico e sociale attraverso un processo ‘’indispensabile’’ di autoriforma della politica. Prima ancora che sul merito, però, il punto di attrito da superare rimane sulle procedure da seguire.
Per il centrodestra si tratta di far viaggiare insieme riforma elettorale e riforme istituzionali (riduzione del numero dei parlamentari; fine del bicameralismo; poteri dell’esecutivo). Questioni su cui il Pd concorda, ma con un’attenzione particolare rivolta al pensionamento del ‘’porcellum’’. Il Pd ha la sua proposta: doppio turno, il 70 percento dei seggi assegnati con sistema maggioritario e il 30 percento con il proporzionale.
Più aperta è la proposta sulle istituzioni. Ignazio La Russa assicura che il PdL si avvicina al confronto ‘’con umiltà e senza preclusioni’’, aperto e disponibile ad ascoltare le proposte di tutte le forze politiche. Si sa della preferenza del PdL per apportare correttivi all’attuale meccanismo elettorale (correggere il ‘porcellum’ al Senato, consentendo il recupero dei resti su base nazionale e non regionale). E’ ovvio, trattandosi di un confronto lungo, che ciascuna delle parti siederà al tavolo della trattativa aggrappata al proprio punto di vista.
Nell’intervista su Libero, un Berlusconi dialogante ha aperto al dialogo con il Pd e indicato in una soglia di sbarramento più alta dell’attuale il perno della riforma per non disperdere il voto degli italiani ‘’in una miriade di partiti e partitini’’ fra i quali, a sorpresa, il Cavaliere ha inserito la Lega.
La successiva precisazione fatta per circoscrivere quell’intervista a ‘’un ragionamento sul filo del paradosso’’ nulla ha tolto al pensiero dell’ex premier. C’è, nelle parole non solo di Berlusconi ma di qualunque leader, un contenuto tattico evidente: il voto amministrativo è dietro l’angolo e agitare la riforma elettorale per ricondurre alla ragione alleati riottosi è un’arma sempre efficace.
Le reazioni alle parole del Cavaliere sono state meditate del Pd, maliziosamente soddisfatte dell’Udc (‘’viene sulle nostre posizioni’’, commenta Cesa), ma irritate dell’IdV che sente puzzo di bruciato. E i capigruppo Belisario e Donadi avvertono: guai a truffare gli elettori e a rovesciare le richieste di chi voleva il referendum. Anche la Lega fa il viso alle armi. Appena ieri sera, quasi presagio dell’accelerazione odierna, Calderoli, rivolto agli avversari del Porcellum, aveva ammonito gli alleati (ergo Berlusconi): attenti perchè se stiamo a manifestare a Piazza Castello e a Piazza Duomo, c’è anche piazzale Loreto …

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