L. Elettorale, partiti a confronto PD: «No a leggi su misura»

ROMA – Il giorno dopo la decisione di Berlusconi di proporre al Pd un patto elettorale, il Pdl decide di ‘allargare’ il confronto facendo sedere al tavolo delle trattative anche il Terzo Polo, la Lega e tutti gli altri partiti, da Sel all’Idv (anche se quest’ultimo incontro è ancora da confermare perchè secondo i dipietristi ‘’le sedi più opportune per trattare questi temi sarebbero le aule parlamentari’’). L’inversione di rotta, si spiega in ambienti del centrodestra, sarebbe stata presa non solo per non scatenare ulteriormente le ire della Lega, ma anche per non scontentare tutta quella parte del partito che continua a guardare soprattutto all’Udc con un certo interesse. E anche perchè sul punto il Pd è stato molto chiaro: la riforma della legge elettorale va fatta con tutte le forze del Parlamento.


Se si pensa a un accordo solo tra Pd e Pdl, spiega il responsabile Riforma del partito Luciano Violante, ‘’non andremo molto lontano’’, non ci sarà nessuna legge su misura.


Così da oggi la delegazione composta dal coordinatore del Pdl Ignazio La Russa, dal presidente della commissione Affari Costituzionali della Camera Donato Bruno, dal vicecapogruppo al Senato Gaetano Quagliariello fissa un lungo calendario di incontri. Si comincia in mattinata con la Lega per proseguire nel primo pomeriggio con il Pd, anche lui rappresentato da un nutrito pool di ‘tecnici’ delle riforme come Violante, Gianclaudio Bressa e il vice capogruppo al Senato Luigi Zanda.


Domani sarà la volta del Terzo Polo e di Sel. Giovedì infine, i tre berlusconiani si confronteranno con La Destra, Grande Sud, Rifondazione Comunista e, probabilmente, Italia dei Valori. Nessuno voleva discriminare nessuno, si affretta a precisare il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto.
– Non siamo certo noi – aggiunge – a voler discriminare l’Udc sul terreno dell’elaborazione della legge elettorale.


Una delle prospettive politiche sul terreno, infatti, è quella di ‘’una grande alleanza politica fra tutti i moderati’’. L’’apertura’ di Berlusconi piace però al presidente della Camera Gianfranco Fini che la definisce ‘’un atto di maturazione’’. Mentre la Lega lancia il suo avvertimento.


– Se Pd e Pdl – assicura il deputato Paolo Grimoldi – dovessero accordarsi sulla legge elettorale nel tentativo di far fuori la Lega, i cittadini del Nord farebbero pagare caro questo tradimento.


Il Pd, con il presidente dei senatori Anna Finocchiaro, su questo dá ampie rassicurazioni e ribadisce che il confronto sulla legge elettorale dovrà essere ‘’il più possibile aperto e ampio’’.