Algeria paralizzata dal freddo polare

ALGERI – Metà Algeria resta ancora ostaggio dell’ondata di freddo e neve che si è abbattuta, ormai da tre giorni, e che ha provocato molti decessi (soprattutto causati dal malfunzionamento di stufe, oltre che da incidenti stradali per il ghiaccio) e, insieme, lo scatenarsi delle polemiche su quella che il quotidiano el Watan ha definito la ‘’incredibile inerzia’’ del governo. L’ondata di freddo polare che ha investito l’Europa sta mettendo da venerdì a dura prova il paese nordafricano, con 16 morti, 120 feriti e oltre 150 incidenti stradali. La neve è caduta in 31 delle 48 province del Paese e le scuole sono rimaste chiuse quasi ovunque. Un fitto manto bianco ha letteralmente ricoperto la capitale Algeri e le città costiere vicine, dove non nevicava dal 2005.
La situazione più grave si registra nella parte nord-est del Paese e negli altipiani della Cabilia. Nella provincia a 100 chilometri ad est di Algeri, dove le vette raggiungono i 2308 metri, la neve ha superato abbondantemente i due metri. La provincia di Bejaia, 180 chilometri ad est di Algeri, ha chiesto l’intervento dell’esercito per spalare le strade e ripristinare i collegamenti con alcuni paesi che da giovedì sono completamente isolati. In molte località, la rete elettrica funziona a singhiozzo, ed iniziano a scarseggiare viveri, bombole del gas e carburante. Molti voli interni e internazionali sono stati cancellati e non va meglio per i collegamenti marittimi: la società di navigazione algerina ha sospeso tutte le partenze dei traghetti verso la Francia, in attesa che migliorino le condizioni del tempo. Come in Italia, non sono mancate le polemiche tra le amministrazioni locali e il governo centrale accusato di lassismo e di non aver attuato il piano di emergenza deciso dopo un’ondata di maltempo simile nel 2005, nonostante i meteorologi avessero dato l’allarme.

Lascia un commento