I magistrati minacciano lo sciopero

ROMA – Si aprono spiragli per arrivare a una modifica della norma sulla responsabilità civile dei magistrati approvata dalla Camera e contestata dalle toghe. Il presidente del Senato assicura che lavorerà per una ‘’soluzione condivisa’’. Un’iniziativa apprezzata dal Pd, mentre l’Italia dei valori insiste: la norma va cancellata. Ed è possibile che il premier Mario Monti riceva la prossima settimana i vertici dell’Associazione nazionale magistrati, che gli hanno chiesto un incontro e che oggi riuniranno il loro parlamentino per decidere le iniziative di mobilitazione contro una norma che giudicano un ‘’tentativo di intimidazione’’ nei confronti dell’ordine giudiziario.
– Lo sciopero è una possibilità concreta – avverte il segretario Giuseppe Cascini.
E intanto si prepara a scendere in campo anche il Csm, con un parere critico sul provvedimento da approvare a tambur battente, forse già questa settimana. E’ alla fine della sua visita al carcere romano di Regina Coeli che Schifani si spende per una modifica dell’emendamento Pini alla legge comunitaria che prevede che i magistrati rispondano in via diretta per dolo, colpa grave e per manifesta violazione del diritto, con il risarcimento del danno provocato.
Il Presidente del Senato parla di ‘’segnali positivi di apertura dal Pdl’’ che lasciano ‘’ben sperare’’ e dice:
– Auspico si possa arrivare ad una soluzione condivisa perché il tema è delicato e particolare.
Un intervento che piace al Pd. Per Anna Finocchiaro, presidente dei senatori del partito, le parole di Schifani vanno ‘’nella giusta direzione’’.
– Occorre modificare e riscrivere quella norma – afferma – in modo da farla corrispondere alle indicazioni che ci giungono dalla Corte di giustizia europea.
Ma l’Italia dei valori ribadisce con il capogruppo al Senato Felice Belisario: nessuna modifica o riscrittura; quella ‘’norma capestro va cancellata e basta’’. Mentre al contrario per la radicale Emma Bonino l’emendamento può essere limato ma non cancellato. Sulla cancellazione puntano invece i magistrati, che sono sul piede di guerra, ma sperano di poter trattare con il governo. Per questo i vertici dell’Anm hanno chiesto un incontro a Monti, la cui data perè non è stata ancora fissata da Palazzo Chigi. Ma sono pronti a calare già la carta dello sciopero se la trattativa fallisse.