Monti a Washington da «uomo forte dell’Europa»

ROMA – Il premier Mario Monti arriva a Washington da ‘uomo forte dell’Europa’, con in tasca una serie di riforme gradite agli Usa, vedi liberalizzazioni e semplificazioni, e in cantiere quella che il Wall Street Journal senza mezzi termini definisce ‘’la grande battaglia del mese: la riforma dell’articolo 18’’. Ma anche con una certezza, con la quale rassicurare il presidente Obama: l’euro, malgrado la tempesta, è ‘’una moneta solida’’ e molti altri Paesi aderiranno nei prossimi anni. Del resto il lavoro portato avanti in Europa dal Professore è molto apprezzato a Washington. E non a caso proprio alla crisi sarà dedicata la maggior parte del colloquio tra il premier e il presidente Usa. Sono proprio gli effetti che le riforme italiane hanno avuto in Europa e sui mercati e il ruolo di primo piano ritrovato, grazie a Monti, a Bruxelles, ad aver colpito positivamente gli Usa, preoccupati dal contagio della crisi dell’Eurozona sulla stabilità dell’economia americana. Non a caso l’ambasciatore americano a Roma, David Thorne, a due giorni dalla visita del premier, che incontrerà Obama il 9 febbraio, dice che la presenza di Monti ‘’sta cambiando la dinamica dell’Unione europea’’.


E che l’amministrazione Usa ‘’intende appoggiare il governo italiano nel suo impegno per le riforme’’. E non a caso è lo stesso Monti a farsi precedere alla Casa Bianca da un’intervista alla tv pubblica Usa Pbs nella quale spiega che oggi l’Italia è ‘’molto meno esposta’’ ad un ‘’rischio Grecia’’ rispetto solo a qualche mese fa. Nel giorno in cui incassa un forte riconoscimento anche dall’Ocse, che lo definisce ‘’l’uomo giusto’’, Monti ci tiene a precisare tuttavia che ‘’i sacrifici che gli italiani devono affrontare’’ non sono ‘’un’imposizione di Bruxelles o della Bce’’, ma ‘’un passo necessario nell’interesse dell’Italia’’ e delle ‘’future generazioni’’.


E’ indubbio comunque che l’appoggio che può arrivare da Oltreoceano sarà certamente utile al professore, non solo e non tanto in chiave interna, ma anche e soprattutto sul fronte europeo. Raggiunto l’accordo politico sul ‘patto di bilancio’, Monti preme per le iniziative sulla crescita e il potenziamento dei ‘firewall’, le barriere a protezione dei Paesi con tassi di interesse sul debito sovrano eccessivi. E dagli Usa, interessati quanto l’Italia alla ripresa dell’Eurozona, Roma punta ad ottenere l’appoggio necessario per ammorbidire la posizione della Merkel, contraria (almeno ufficialmente) ad un potenziamento del fondo salva-Stati Esm che entrerà in vigore il primo luglio.


Ma il colloquio tra Obama e Monti toccherà anche gli altri grandi temi di politica internazionale, dall’Iran – con la ferma posizione europea, intenzionata a scongiurare qualunque ipotesi di intervento militare – alla Libia, alla Siria, con la frustrazione per l’esito dell’ultimo Consiglio di sicurezza e la decisione italiana di richiamare l’ambasciatore. Infine l’Afghanistan, con la conferma che l’Italia resterà al fianco degli Usa nella delicata fase di transizione del Paese.