Maltempo, Monti ai ministri: «Impegno contro la nuova ondata»

ROMA – Finiti i tempi di ‘Super-Bertolaso’: la Protezione civile ‘’non è più operativa’’, è ‘’come un tir con il motore di una Cinquecento’’. Il capo Dipartimento Franco Gabrielli, dopo lo scontro con il sindaco Roma, Gianni Alemanno, si sfoga in audizione al Senato e poi va a riferire al premier Mario Monti, che gli da fiducia e piena copertura. Non c’è tempo, infatti per le polemiche: una nuova ondata di gelo è in arrivo per il fine settimana ed il presidente del Consiglio ha chiesto ai ministri ‘’un impegno più incisivo’’ per evitare i disagi di questi giorni. Le immagini dei paesi isolati, dei treni bloccati e delle città paralizzate, così come le polemiche che ne sono seguite, non sono infatti piaciute a Monti, che ha convocato Gabrielli a Palazzo Chigi per fare il punto sulla situazione.


L’incontro, cui erano presenti anche il ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri, il viceministro dell’Economia, Vittorio Grilli ed il sottosegretario Antonio Catricalà, è durato un’ora e mezzo. Sulla base della relazione del prefetto, che ha illustrato le previsioni di quanto potrebbe accadere nel weekend, il premier ha quindi informato i ministri sulle ‘’misure emergenziali adottate e su quelle ancora da intraprendere, così come sulle azioni di carattere preventivo necessarie per fronteggiare la nuova perturbazione attesa per la fine di questa settimana’’.


Monti li ha sensibilizzati ‘’ad assicurare l’impegno più incisivo da parte di tutte le strutture del governo del territorio e delle imprese di gestione dei pubblici servizi al fine di tutelare la pubblica e privata incolumità, nel quadro del coordinamento esercitato dal Dipartimento della Protezione civile’’.


Un richiamo alle responsabilità, dunque, da parte del premier. Niente polemiche e lavorare. Ogni componente del sistema di Protezione civile deve fare il proprio dovere, ciascuno secondo le proprie competenze: dai vigili del fuoco all’Enel, dalle Fs ai militari. I ministri più direttamente interessati, Annamaria Cancellieri (Interno), Giampaolo Di Paola (Difesa), Corrado Passera (Infrastrutture e Trasporti) hanno assicurato il proprio impegno. Che sarà coordinato, ha voluto sottolineare il premier, dal Dipartimento della Protezione civile.


Piena fiducia, dunque, a Gabrielli, bersagliato da Alemanno e da esponenti del Pdl. E copertura finanziaria e politica ad eventuali interventi del capo del Dipartimento per fronteggiare l’emergenza. E’ stato così toccato il nervo scoperto della legge 10 del 2011, quella che – accusa da tempo il prefetto – ha di fatto svuotato la Protezione civile, prevedendo che le risorse da stanziare per le ordinanze emergenziali debbano avere l’ok del ministero dell’Economia ed il visto preventivo della Corte dei Conti. Un iter che allunga i tempi come è stato per il naufragio della Costa Concordia: Gabrielli è stato nominato commissario solo otto giorni dopo il disastro. In attesa di una modifica legislativa, Monti avrebbe assicurato al prefetto che le risorse necessarie per una nuova emergenza maltempo saranno trovate. Sollevato dunque, Gabrielli, che in mattinata al Senato, aveva espresso tutta la sua amarezza.


– Se dovessi rendermi conto di essere d’intralcio alla crescita del sistema – ha spiegato – non aspetterei un secondo a farmi da parte. Ma i problemi sono altri, sono l’agibilità della Protezione civile dopo la legge che l’ha depotenziata. Io mi preoccupo che questa istituzione, che ritengo essenziale, sia rimessa in condizione di operare, venga salvaguardata.


E non si ferma il dibattito politico sul ruolo della Protezione civile. Per il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto, ‘’serve ora una profonda riflessione per ripensare la struttura del Dipartimento’’. Anche per il presidente dell’Anci, Graziano Delrio, ‘’è giunto il momento di un chiarimento urgente e serio delle competenze in materia di Protezione Civile’’.


Il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, invoca la ‘’riforma della legge 10 del 2011 che rappresenta un vero e proprio ostacolo da rimuovere per la piena ed efficiente operatività del sistema della Protezione civile italiana’’.


Secondo Stella Bianchi (Pd) ‘’va rivista la legge 10 approvata dal governo Berlusconi che toglie di fatto autonomia alla protezione civile’’. I deputati leghisti, da parte loro, hanno presentato una risoluzione per ‘’impedire azioni volte a scardinare l’attuale sistema della Protezione civile mantenendo il dipartimento sotto la diretta dipendenza della presidenza del Consiglio dei ministri’’.

Consumo in crisi per neve e gelo


ROMA – Temperature a picco e scaffali sempre più vuoti. La rincorsa dei prezzi dei prodotti freschi (frutta, verdura e latte in primo luogo) è già cominciata. I primi aumenti di questi giorni, secondo l’Osservatorio nazionale Federconsumatori, hanno già provocato un aggravio del 10% sulla spesa mensile delle famiglie.
– Ma siamo solo agli inizi – dice il presidente Rosario Trefiletti – se la situazione si prolungherà, i fenomeni di accaparramento si farebbero più accentuati, arrivando a determinare un’accelerazione incontrollabile.
Così, se gli aumenti dovessero protrarsi la ricaduta sulla spesa delle famiglie sarebbe pari al 40% in più, arrivando a toccare i 132,89 euro mensili, calcola Federconsumatori. I ritocchi di questi giorni si sono limitati invece a un +10% dice la Coldiretti, causando un esborso di quasi 20 euro in più (19,71) dalle tasche di ogni nucleo familiare. Diverso invece il conteggio di Casper che stima rincari-boom del 200% sui freschi nelle ultime ore e annuncia ricorsi presso 104 Procure nazionali.


Trefiletti ed Elio Lannutti, presidente Adusbef, ritengono ‘’urgente un intervento di carattere istituzionale, in grado di far rientrare la situazione nella normalità, prima che degeneri ulteriormente’’. Ma a fronte di gelo e supermercati sguarniti, si è registrato anche un calo dei consumi. A certificarlo è la Coldiretti che registra nelle regioni colpite dal maltempo ‘’un taglio del 20% negli acquisti quotidiani di frutta e verdura per effetto del gelo e della neve che hanno bloccato gli italiani in casa e impedito le consegne con interi centri isolati’’. L’organizzazione agricola stima in questi giorni una flessione media del 30% nelle forniture, più acuta in alcune zone.


Il ministro delle Politiche agricole tuttavia rassicura.


– Non bisogna enfatizzare più di tanto gli aumenti dei prezzi dei prodotti alimentari. Ci sono rincari qua e là ma nessuno stravolgimento del mercato – dice Mario Catania -. Sono piccoli episodi speculativi, gravi e da perseguire, che sarebbero però più rari con una filiera corta e trasparente.


Il ritocco all’insù dei listini si sta verificando soprattutto per bieta, broccoli, carciofi, cavolfiori, indivia e scarola. Ma anche carne, latte e pesce potranno subire notevoli rincari, dicono le associazioni dei consumatori.

In Europa 450 vittime


BELGRADO, – In Europa non si attenua l’emergenza gelo e neve, con il numero delle vittime che si avvicina ormai a quota 450. L’est e i Balcani restano le regioni più colpite per numero di morti e per la quantità di località completamente isolate a causa dell’impraticabilità delle strade. Ucraina e Polonia restano i Paesi più duramente colpiti in termini di vittime, rispettivamente con 136 e 68 morti assiderati, ma è pesante la situazione anche in Romania (38 morti), Italia (26), Repubblica Ceca (24), Lituania (23), Bulgaria (16), Ungheria (13), Serbia (12) Lettonia (10), Bosnia (10). Per la Russia gli ultimi dati parlando di una settantina di vittime del gelo nel mese di gennaio. A perdere la vita sono soprattutto i senzatetto, emarginati e alcolizzati, persone costrette a passare la notte all’aperto o in rifugi di fortuna. In molti Paesi le autorità hanno allestito migliaia di tende riscaldate per offrire un pasto e bevande calde ai più bisognosi.