Zalayeta: “Il calcio venezuelano ha fatto passi da gigante”

CARACAS – Marcelo ‘Danubio’ Zalayeta, meglio conosciuto tra i tifosi italiani come il ‘Panterone’, è uno degli attuali protagonisti del Peñarol. La squadra uruguaiana è l’attuale vice campione della Coppa Libertadores e la scorsa settimana ha fatto visita al Venezuela per sfidare il Caracas. Al termine degli allenamenti abbiamo scambiato due chiacchiere con l’ariete sudamericano che in passato, con i suoi movimenti ‘felpati’, ha fatto sognare i sostenitori di Juve, Empoli, Perugia, Napoli e Bologna.
Esordì da professionista con il Danubio di Montevideo nella stagione ‘96, in cui militò nella massima serie uruguaiana 32 partite e realizzò 12 reti. Nel corso dell’anno seguente passò al Peñarol che, grazie anche alle sue 13 realizzazioni, si confermò tra le squadre più forti del campionato. Grazie alle splendide prestazioni nel Campionato mondiale di calcio Under-20 disputato in Malesia, attirò l’interesse di numerosi club europei. A 19 anni Zalayeta era già titolare in Nazionale.
Durante l’estate del 1997 l’approdo nel Belpaese, tra le fila della Juventus. Con i bianconeri, pur giocando poco, si laurea campione d’Italia al primo colpo. Con il club torinese realizza pochi gol, ma mai banali: in Champions League mette a segno la rete decisiva contro il Barcellona nei quarti di finale della Champions 2002-2003, mentre nella stagione 2004-2005 è una sua marcatura che, durante gli ottavi di finale, consente alla Juve di eliminare il Real Madrid, ai tempi supplementari.

Che cosa ricordi della tua esperienza con la Juventus?
L’esperienza calcistica più bella, a livello europeo, l’ho vissuta alla Juve. Grazie alla Vecchia Signora sono arrivato in Europa e ho vissuto emozioni indescrivibili, soprattutto in Champions League.

Con i bianconeri, il ‘Panterone’ ha trafitto la rete avversaria in 34 occasioni: 12 in A, 12 in Coppa Italia, 6 in Champions League, 4 in B. Durante l’estate 2007 Fabio Capello, in odore di essere chiamato a dirigere l’Inghilterra, consiglia all’amico Edy Reja l’ingaggio del giocatore. L’affare si concretizza in un batter d’occhio: il 21 agosto 2007 l’attaccante passa in comproprietà al Napoli, squadra neopromossa in Serie A insieme alla Juventus. Con i partenopei firma un contratto di 4 anni. Rimane per due stagioni, realizzando 12 gol in 56 partite.

Che cosa ti ha colpito maggiormente del biennio vissuto all’ombra del Vesuvio?
Senza dubbio il calore del pubblico del San Paolo e della città. È davvero speciale. I tifosi napoletani continuano a manifestarmelo ancora oggi, e ciò mi provoca un immenso piacere.
Dopo aver svolto la preparazione in Uruguay, nell’agosto 2009 viene ceduto in prestito al Bologna. Fa il suo esordio in una partita interna col Chievo persa per 0-2. L’8 novembre, nella partita interna vinta per 3-1 sul Palermo, segna i suoi primi due gol con la maglia felsinea. Complessivamente  scenderà in campo 29 volte, trovando la porta in 4 occasione.

Il gol più bello siglato in Italia?
In assoluto la mia rete più bella è stata quella al Real Madrid in Coppa Campioni. Mentre con la maglia del Napoli mi piace quella al Parma. Fu bella tutta l’azione, con Bogliacino che mi fece un passaggio splendido. La manovra fu davvero spettacolare.

Il tuo ritorno in patria?
Sono tornato al club che mi ha aperto le porte al mercato europeo. Poi sono contento, dato che sono ‘hincha’ del Peñarol è come un sogno. Spero che la squadra ripeta una stagione come quella passata dove è arrivata in finale della Libertadores.

Come vedi l’attuale calcio venezuelano?
Il calcio venezuelano è migliorato tantissimo negli ultimi anni. Il 4-0 che gli abbimo inflitto nella gara d’andata non vuol dire che non sia migliorato. Nella mia carriera ho affrontato diverse volte la vinotinto e in questo decennio ha fatto passi da gigante. Adesso è una nazionale che non bisogna sottovalutare.
Il bomber ha fatto ritorno in Uruguay dopo l’1-1 rimediato dal Peñarol a Caracas, che ha consentito agli ‘aurinegros’ di accedere alla fase a gironi della Coppa Libertadores. Sperando che in futuro non torni a far male alle squadre venezuelane, auguriamo a Marcelo ‘Danubio’ Zalayeta di continuare a farci divertire con i suoi movimenti felini e all’apparenza svogliati, lenti ma ammalianti, flemmatici e sublimi. D’altronde lo chiamavano ‘Panterone’…
F.D.S