Le noci: sostegno per il cervello

ROMA- Il noce ha origini remote e proviene della Persia e dall’Armenia. Per gli antichi romani quest’albero era sacro a Giove, re degli dei. Questo forse si spiega perché è un albero longevo, ne esistono esemplari centenari e maestosi.
Il noce può raggiungere i 20 mt di altezza, spicca tra gli altri alberi perché rimane isolato in quanto le sue radici e foglie secernano la juglandina, sostanza che  distrugge le altre piante.
Le noci, grazie alle loro proprietà nutritive, sono sempre state importanti nell’alimentazione delle famiglie più povere.
La noce è una drupa dalla buccia sottilissima e dal mallo verde e carnoso che secerne un succo marrone olivastro che è usato per tingere le stoffe, il legno e, nel medioevo, si adoperava come inchiostro per scrivere.
Il mallo quando è maturo diventa nero, si apre e scopre la noce come noi la conosciamo: un doppio guscio legnoso di forma ovale che contiene un seme detto gheriglio.
Questo ha una forma simile a quella del cervello, con scissure e solchi, per questo fin dagli antichi romani si è sempre creduto che le noci facessero bene al cervello.
Nel ‘500 erano prescritte per i disturbi cerebrali da Paracelso, medico inventore della Teoria dei Segni, nella quale si abbinavano gli organi umani alle piante a loro simili per posizione o forma da utilizzare poi per la cura di essi.
In realtà è vero che le noci aiutano il cervello. Si è scoperto infatti che contenendo vitamine B ed E, fosforo, acido folico e  omega 3,  e sono un tonico del sistema nervoso.
Importante il loro consumo fin dalla gestazione per la crescita cerebrale del bambino e per gli studenti che subiscono lo stress, la fatica e la stanchezza della concentrazione per lo studio.
Le noci contengono anche molti sali minerali quali potassio, calcio, rame, ferro, sodio e zinco e per questo sono di aiuto in caso di anemie.
Hanno un forte potere antiossidante contro i radicali liberi, sono digestive, diuretiche, antinfiammatorie, abbassano il colesterolo e per gli anziani hanno anche il vantaggio di mantenere giovane il cervello.
In cosmesi le foglie di noce, macerate nell’aceto rosso, scuriscono i capelli e dalle noci verdi si ottiene un ottimo liquore digestivo: il nocino. Ottimo allora l’uso nella mia cucina salutare delle noci che non devono mancare come nella ricetta di oggi.
Attenzione però, non esageriamo con la quantità perché a 100 gr di gherigli di noci corrispondono oltre 650 calorie, ma la buona notizia è che sono sufficienti solo 2 o 3 noci al giorno per godere dei loro benefici.
Mariella Tallari

La cultura del vino:
pratiche di cantina
Le pratiche di cantina sono tutte quelle operazioni  che vengono realizzate prima dell’imbottigliamento, in modo che il vino raggiunga un ottimo grado di stabilità e le migliori caratteristiche organolettiche. Le principali operazioni  effettuate in cantina  sono rappresentate dai travasi, dalle colmature e dalle scolmature. Con i travasi si sposta il vino da un recipiente ad un altro con lo scopo di separarlo dalle fecce che, se non  eliminate potrebbero determinare odori e sapori  sgradevoli, favorendo inoltre con lo sviluppo di microorganismi, le malattie del vino.
Diversi  sono  in numero i travasi che si effettuano, secondo se trattasi di vini rossi o bianchi. Per i vini rossi si eseguono dai tre ai quattro travasi durante il primo anno poi sempre meno, per i vini bianchi il numero di travasi è più basso poiché la quantità di fecce accumulate è inferiore.
Le colmature  vengono effettuate affinchè  le botti siano sempre piene di vino per evitare ossidazioni e lo sviluppo di microorganismi aerobi che potrebbero causare serie malattie  del vino.
Il volume  del vino all’interno della botte può diminuire per evaporazione, soprattutto nelle zone calde, per contrazione volumetrica  a causa del freddo, oppure  per assorbimento del liquido da parte delle pareti delle botti. Utili sono in queste situazioni  i tappi colmatori che, oltre a regolare il livello  del vino e una chiusura  ermetica  del recipiente, contengono  piccole quantità  dello stesso vino presente nella botte, che passa in questa nel momento  in cui il volume del liquido si riduce. In alcuni casi si possono utilizzare anche gas inerti, come l’azoto o anidride carbonica, che vanno a colmare l’eventuale spazio vuoto derivante dal calo di volume. In estate o in zone molto calde, per evitare perdite di prodotto, per aumento di  volume, si ricorre all’operazione contraria alla colmatura  chiamata scolmatura, che consiste  nel togliere una  certa quantità di vino dalle botti.
Giuseppe Gaggia

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