Primarie Mud, in Italia affluenza del 12 per cento

CARACAS – Sono 106 i venezuelani residenti in Italia che ieri hanno votato alle elezioni primarie della ‘Mesa de Unidad Democratica’ (Mud), la chiamata alle urne organizzata dall’opposizione per eleggere il candidato che sfiderà Hugo Chávez alle presidenziali del 17 ottobre. Ad esprimere la propria preferenza sono state 59 persone nel centro di votazione di Roma (valevole per la giurisdizione del Consolato capitolino e per quello di Napoli, dove nessuno ha voluto organizzare le votazioni) e 47 nel seggio di Milano. Si tratta rispettivamente del 12,74% e del 12,27% degli iscritti nel registro elettorale. Quindici persone in ognuno dei due centri di votazione, per un totale di 30 aspiranti votanti, non hanno potuto esercitare il proprio diritto al voto perché non sono risultate iscritte nel registro.
Miriam Natale, responsabile della Mud a Roma
, si dice “soddisfatta per la buona affluenza” e in un contatto telefonico con la ‘Voce d’Italia’ sottolinea come questo “ottimo risultato” sia stato ottenuto nonostante il maltempo che imperversa su tutta la Penisola e che ha reso difficile – in alcuni casi impossibile – raggiungere i centri di voto, in particolar modo quello romano.Natale spiega che sono potuti andare a votare solo i venezuelani residenti nella Capitale, dove la circolazione era garantita nonostante la forte nevicata di sabato. Nessuno è invece arrivato da Viterbo, da Frosinone, da Pescara, da Teramo e da Napoli, perché “non era possibile accedere alla città” a causa della pioggia e delle strada ghiacciate.- Senza questa neve sarebbe stato un successo – dichiara -. Avremmo certamente raggiunto il centinaio di votanti perché ci sono comunità importanti nelle città del centro-sud che vengono sempre a votare e questa volta non c’erano.
Natale e la sua collega Blanca Briceño, responsabile della Mud a Milano, affermano che per l’organizzazione di questa tornata elettorale c’è stata la più totale collaborazione da parte dei Consolati in Italia (“alcune persone mi hanno detto di aver ricevuto informazioni sul come e dove votare dal Consolato” racconta Natale) e smentiscono quanto dichiarato dalla pre-candidata alle primarie Maria Corina Machado riguardo a presunte pressioni di tipo politico esercitate dai funzionari diplomatici del Venezuela sugli elettori all’estero e in Italia.
L’aspirante leader della Mud aveva sostenuto ai microfoni della ‘Voce’ l’esistenza di una “pressione previa” esercitata dai Consolati venezuelani all’estero che avrebbe “impedito a molte persone di iscriversi nel registro” elettorale e quindi poter esprimere il proprio voto.
– Migliaia di persone hanno denunciato che i Consolati hanno impedito l’iscrizione nel registro elettorale – affermava ieri la Machado nella sede della campagna elettorale nell’elegante quartiere di Altamira, a Caracas -. Questo in molte parti del mondo: non solo negli Stati Uniti ma anche in Spagna, Colombia e Italia.
Ed al momento del voto, i funzionari possono esercitare pressioni? “Chiaro!” rispondeva la deputata alla ‘Voce’ sottolineando però come la ‘Mesa de Unidad Democratica’ avesse predisposto per queste elezioni una serie di suoi testigos in ogni centro di votazione.
Dal canto suo, il pre-candidato Henrique Capriles Radonski si è mostrato un po’ più tranquillo riguardo alla correttezza del processo elettorale. Intervistato dalla ‘Voce’ negli spazi del ‘Colegio Santo Tomás de Villanueva’ di Baruta, dove ha votato nel primo pomeriggio, il governatore di Miranda ha dichiarato che “continueremo a votare in assoluta tranquillità”.
– La maggior parte dei venezuelani è qui nel paese ma ce n’è un folto gruppo all’estero. L’idea è che tutti possano esprimersi perché noi venezuelani vogliamo dire quello che pensiamo e nessuno deve subire pressioni da nessuno. Il Governo – ha precisato esortando gli elettori a partecipare a queste primarie – non sa chi vota e chi no. Non lasciatevi influenzare da messaggini di testo, catene di san Antonio, social network che deminano cose negative, Dio li perdoni. Noi dobbiamo mettere in prima linea le cose positive, queste ci hanno permesso di avanzare.
Resta però il problema dei 30 venezuelani con intenzioni di voto che hanno dovuto fare retro front e tornare a casa una volta scopertosi non iscritti nel registro.
– Erano delusi ed arrabbiati – racconta Natale -. Ma la trasmissione dei dati ha sempre creato problemi. Non so chi è il responsabile ma non credo sia stato il Consolato a non mandarli. Comunque, per evitare inconvenienti e ritardi, oggi c’è la procedura on-line.
La giornata elettorale si è comunque svolta “in modo tranquillo”, dichiara Briceño, anche lei “felice” della buona affluenza registrata.
Si calcola che 63.700 venezuelani abbiano votato all’estero, in 81 città di 31 Paesi. A Miami, roccaforte dell’antichavismo, si è registrata una partecipazione record di 8 mila votanti.

Monica Vistali