Tsunami Celentano, la Rai ‘commissaria’ il festival di Sanrem

ROMA – Alla prima serata del Festival di Sanremo, Andriano Celentano ha intrattenuto il pubblico per circa un’ora e il suo monologo si è trascinato dietro una scia di critiche.
Sul palco dell’Ariston, infatti, il ‘moleleggiato’ si è scagliato contro Avvenire e Famiglia Cristiana che “andrebbero chiusi, si occupano delle beghe della politica e non parlano del Paradiso, un discorso che per loro occupa poco spazio, lo spazio delle loro testate ipocrite come le critiche che fanno a Don Gallo che ha dedicato la vita ad aiutare gli ultimi”. Strali feroci sulla Consulta che ha bocciato il referendum sulla legge elettorale “buttando nel cestino 1 milione 200 mila voti”, con Merkel e Sarkozy, e con Aldo Grasso, il critico del Corriere della Sera, “un deficiente che scrive idiozie”. Critiche al dg Rai Lorenza Lei che “ha distanziato Santoro”.
Immediata la nota del Sir, agenzia stampa Cei:
– Quando l’ignoranza prende il microfono per diffondere il suo messaggio è doveroso replicare, seppur con serenità e rispetto delle persone, per amore della verità. In apertura del Festival di Sanremo – afferma il Sir – i giudizi di Celentano su due testate cattoliche nazionali da lui accusate di ipocrisia, di parlare di politica e non di Dio, sono stati la prova di un vuoto che è anche dentro di lui. Vuoto di conoscenza di ciò che le testate cattoliche professionalmente sono e vuoto di conoscenza del servizio che esse svolgono per la crescita umana, culturale e spirituale della società tutta. Un vuoto voluto, quindi ancor più triste perché a tutti è possibile conoscere e comprendere il ruolo laico dei media cattolici nel nostro Paese. Il giorno dopo c’è, forse, da attendersi che a parole insensate, cioè impensate, seguano parole pensate e di scusa. Anche senza microfono.
Ironica la replica di ‘Avvenire’ nell’editoriale di Marco Tarquinio.
– Davvero un bello spettacolo. Bravo. Viva Sanremo e via la Rai. Se l’è presa con i preti e con i frati (tutti tranne uno) ‘che non parlano del Paradiso’. E se l’è presa con Avvenire e Famiglia Cristiana ‘che vanno chiusi’. Tutto perché abbiamo scritto che con quel che costa lui alla Rai per una serata si potevano non chiudere le sedi Rai nel Sud del mondo e farle funzionare per un anno intero. Continueremo a parlare e a far parlare di Dio, degli uomini e delle donne di questo mondo. Soprattutto di quelli che in tv non ci vanno mai, neanche gratis.
Laconico il commento del direttore di ‘’Famiglia Cristiana’’ don Antonio Sciortino: ‘’Di tutto ci si può accusare ma non di non parlare di Dio’’.
Durissimo Paolo Garimberti, presidente della Rai: “Auspicare la chiusura di un giornale è invocare la censura, una intollerabile censura. Non c’è altro modo di definirla. E sorprende che a buttarla liì sul tavolo, con inescusabile protervia, sia stato chi, per anni, ha lamentato di essere vittima dello stesso trattamento. La libertà è sacra ed è sacra anche quella di Celentano. La libertà però deve essere esercitata con responsabilità e rispetto. Per Garimberti è “intollerabile insultare qualcuno che non può rispondere” e “non si possono denigrare istituzioni come la Corte Costituzionale, stravolgendo il senso del suo operato: citare parzialmente l’articolo uno della Carta affermando che la ‘sovranità appartiene al popolo’ senza completarlo aggiungendo ‘che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione’ è un’operazione di disinformazione da cui la Rai, che è Servizio Pubblico, non può che dissociarsi”.
L’arrivo del vice dg Rai responsabile per l’offerta Antonio Marano “non è un commissariamento” del Festival né rappresenta “un intervento censorio” sulla scaletta o altro. Lo ha detto Mauro Mazza, direttore di Rai1, a proposito della decisione del vertice Rai di intervenire.  Il direttore di Rai1 definisce questa come “una fase positiva, propositiva, per fare andare avanti la macchina”. Quanto a Celentano, “era molto divertito e contento” (per il boom di ascolti e il ‘terremoto’ in Rai), ha detto Gianni Morandi.
Il dg Lei, Paolo Garimberti e il direttore di Rai1, Mauro Mazza, intanto, si sono scusati, a nome personale e dell’azienda, con i direttori delle testate attaccate da Celentano. Hanno chiamato il direttore di Avvenire, quello di Famiglia Cristiana e del Corriere della Sera. Ma “deficiente significa carenza” ha precisato Gianmarco Mazzi, direttore artistico del festival. Va tenuto conto anche di quanto in precedenza Grasso ha detto”.