Palermo mai così bello, Lazio travolta

PALERMO – Contro la Lazio, il Palermo cala il poker di vittorie consecutive in casa e consolida l’ottavo posto in classifica.

Quella conquistata ieri, in modo agevole quanto netto, è la quarta vittoria consecutiva per i rosanero guidati da Lino Mutti che, da quando a gennaio Massimo Donati ha preso il comando delle operazioni a centrocampo – dove, in genere, le partite si vincono e si perdono – hanno compiuto un evidente, notevole e sostanziale salto di qualità.

L’ex Celtic ha dato ordine, geometrie, equilibrio, a una squadra che negli anni scorsi aveva pagato pesantemente gli addii di Corini prima e Liverani poi, che non aveva trovato nello sloveno Bacinovic un loro degno sostituto. Con un elemento di qualità in cabina di regia è senza dubbio un altro Palermo, che comanda anche senza i gol degli attaccanti (almeno fino al 3-0 del primo tempo), che può permettersi il lusso di produrre anche un calcio accademico, pur senza perdere l’essenziale concretezza.

Mutti può sorridere e proseguire la propria esperienza sulla panchina più traballante del mondo senza correre rischi. Va comunque detto che la Lazio ha pagato un prezzo altissimo in termini di assenze: con Biava, Diakhite, Radu, Brocchi e Rocchi fuori causa, con la sfida di giovedì in Europa League ancora nelle gambe, i biancocelesti hanno potuto ben poco e sono stati travolti, letteralmente spazzati via, in un solo tempo (il primo).

Alla festa del gol hanno partecipato centrocampisti, attaccanti e difensori, il povero Marchetti ha trascorso una serata da incubo, quasi peggio dei pomeriggi al Mondiale sudafricano 2010.

La Lazio è solo una conclusione di Alfaro, innescato da Klose (inspiegabile la sua esclusione nell’intervallo), che manda il pallone altissimo; e una conclusione (ancora di Alfaro) ben parata da Viviano (inutile il gol nel finale di Kozak). In campo c’é solo il Palermo che, dopo un colpo di testa di Miccoli che al 6’ sfiora il palo, va in gol con una cadenza impressionante e arriva nella 16 metri laziale con una puntualità disarmante. Per gli avversari, almeno. I rosanero, in soli 20’, si trovano sul 2-0, grazie a Barreto e Donati, che inquadrano la porta dalla media distanza, senza lasciare scampo a Marchetti. Due capolavori di rara potenza (soprattutto il secondo) e precisione, sui quali il portiere laziale può davvero fare poco. Così come può solo arrendersi al colpo di testa ravvicinato di Silvestre, su punizione di Miccoli e, nella ripresa, a Budan, poi ancora allo stesso capitano rosanero: entrambi lo beffano in uscita, depositando il pallone in rete.

Cinque schiaffi difficili da digerire, dopo i tre rimediati giovedì all’Olimpico dall’Atletico Madrid. La Lazio prova anche a reagire, ma Viviano compie un miracolo al quarto d’ora st, su colpo di testa da pochi passi di Gonzalez; poi, si ripete, deviando una conclusione di Hernanes. Il brasiliano ha predicato nel deserto, ha cercato anche di caricarsi sulle spalle una squadra che, con Ledesma nel ruolo di centrale difensivo, è un colabrodo. Il gol di Kozak nel finale non riesce a rendere meno dolorosa la disfatta. Per la squadra di Reja (allontanato dal campo nel finale da un De Marco troppo severo) una lezione indimenticabile, che deve indurre in tempi brevi a trovare adeguate soluzioni.

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