Napolitano: «Non rappresento le banche»

CAGLIARI – ‘’Io non rappresento le banche ed il grande capitale finanziario come qualcuno umoristicamente crede e grida’’. E’ stato assai chiaro ieri il presidente Giorgio Napolitano a Cagliari, dove ha iniziato le ‘due-giorni’ in Sardegna.
– Forse è più semplice incontrarvi quando le cose vanno bene e il carattere è festoso. Invece, è importante la presenza delle istituzioni al massimo livello quando la situazione è  difficile – Giorgio Napolitano si presenta così a Cagliari, dove ha inizio la sua visita in Sardegna per i 150 anni dell’Unità d’Italia rilanciando la riforma del welfare e tornando a pressare sulle indispensabili riforme.
Il Capo dello Stato è consapevole che la situazione in Sardegna, forse più che in altre parti del Paese, è difficile per le ripercussioni della crisi economica sul contesto occupazionale e vuole che lo Stato faccia sentire la sua presenza. Anche a costo di affrontare qualche contestazione. Ad aspettare Napolitano non ci sono soltanto tricolori e rappresentanti delle istituzioni locali. C’è anche un centinaio di manifestanti: pastori e disoccupati che lo seguono nel corso della visita.
Il presidente della Repubblica sembra rivolgersi proprio a loro quando interviene sulla crisi.
– Io so benissimo quale carica di malessere, malumore, malcontento e protesta ci sia nell’isola in questo momento – afferma – ma occorre rimanere padroni di noi stessi e delle situazioni per quanto difficili e urticanti siano.
Il capo dello Stato intende porre anche un freno a intemperanze che superano i limiti di una ‘’pur comprensibile protesta’’:
– Io non rappresento le banche ed il grande capitale finanziario, come qualcuno umoristicamente crede e grida – quindi sottolinea. Ma, al di lá della polemiche, il presidente invita a trovare soluzioni per uscire dalla crisi ed indica anche la strada: riforme entro l’anno.
Sul piano economico non basta ‘’il risanamento delle finanze pubbliche’’, occorre far ripartire lo sviluppo e la crescita al di lá degli ‘’slogan ideologici’’. L’invito è a dar vita al più presto alla fase due del governo. Il capo dello Stato interviene sulla questione del welfare.
– La coesione sociale non significa immobilismo né mantenere in piedi il welfare come é stato nei decenni passati – è il monito -. Questo – sottolinea – lascia scoperte alcune sacche di povertà mentre noi dobbiamo occuparci di chi non ha: dobbiamo rinnovare per poter migliorare e preservare. Ma – prosegue Napolitano – resta ancora molto da fare anche per ridisegnare l’architettura istituzionale del nostro Stato.

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