Severino il ministro più ricco scavalca a sorpresa Passera

ROMA – ‘’Chi guadagna e paga le tasse non è peccatore e va guardato con benevolenza, non con invidia’’. Paola Severino ha tutte le carte in regola per pronunciare questa frase: solo nel 2010 ha versato 4 milioni di imposte allo Stato. Ma non riuscirà forse la Guardasigilli, con l’aria che tira, ad allontanare da sé l’invidia per quei 7 milioni di reddito imponibile che la consacrano ministro più ricco del governo Monti. E a sorpresa le consentono di superare di molto in classifica anche il collega ‘banchiere’ Corrado Passera. Di certo, ministri e sottosegretari i ‘compiti a casa’ li han fatti. Quasi tutti. E nel martedì grasso hanno pubblicato on-line i loro redditi.
Il più ‘indisciplinato’? Proprio lui, Mario Monti. Il cui reddito, ieri in tarda serata, non era ancora on line. Ma con buona pace dei ‘’critici della ‘castology’’’, il ‘professore’ ha mantenuto la sua promessa. E convinto anche i più recalcitranti tra i membri del suo esecutivo a rendere pubblico quanto guadagnavano e quanto guadagnano. Antonio Catricalà ha consegnato a ciascuno un modello da compilare. Si chiedevano informazioni su stipendio, beni e investimenti solo per il 2012, ma quasi tutti i ministri (con la sola eccezione di Annamaria Cancellieri e Lorenzo Ornaghi) e molti sottosegretari hanno prevenuto le polemiche già pronte a esplodere, comunicando anche il reddito dichiarato nel 2011 per il 2010 e consentendo così una comparazione. Anche se restano alcune lacune e manca ancora all’appello, in serata, anche il sottosegretario Franco Braga oltre al premier.
I dati, dunque. Con la chiamata al governo, banchieri e professori, maestri e avvocati, si livellano tutti su uno stipendio di circa 200 mila euro lordi annui (con qualcosa di più per chi non è residente a Roma: una diaria mensile fino a 3.500 euro). Una cifra enorme per Marco Rossi Doria, il ‘maestro di strada’ che nel 2010 guadagnava 37.248 euro l’anno e adesso moltiplica quasi per sei. Anche il più ‘povero’ dei ministri, Andrea Riccardi, migliora la sua posizione (dai 120 mila euro di partenza). Ma in realtà per la maggioranza dei membri dell’esecutivo, il servizio allo Stato vorrà dire nel 2012 un crollo, anche verticale, della ricchezza.
Emblematico il caso dei due ‘paperoni’. L’avvocato e professore Paola Severino vedrà il suo stipendio quasi ‘scomparire’, passando da 7.005.649 euro a 195.225 euro. Così pure l’ex ad di Banca Intesa Corrado Passera, che potrà sempre contare su depositi (derivanti dalla vendita delle azioni) per 8,8 milioni e su un fondo pensione da 3,3 milioni, ma vedrà lo stipendio lordo di 3,5 milioni ridursi fino a 220 mila euro. Tra i milionari ora in ristrettezza anche Piero Gnudi (1.7 milioni), Mario Ciaccia (1.6 mln) e Andrea Zoppini (1.4 mln). Ma anche Mario Catania nel passaggio da dirigente a titolare del suo ministero, l’Agricoltura, in termini economici ci perde: da 280 mila euro a 211 mila. Mentre continuerà a guadagnare bene il sottosegretario Antonio Malaschini, che somma allo stipendio la ricca pensione di segretario generale del Senato (519 mila euro) e arriverà così a 700 mila euro nel 2012.