Morti in Afghanistan in proteste rogo Corano, Obama chiede scusa

KABUL – Continuano le proteste e gli scontri in Afghanistan per il rogo di alcune copie di Corano nella base della Nato di Bagram. Dopo le 7 vittime di mercoledì, ieri altre cinque persone sono morte nel corso degli scontri. Intanto il presidente statunitense Barack Obama ha inviato una lettera al presidente afghano Hamid Karzai per presentare le scuse degli STati Uniti. Nel documento, citato nel comunicato dell’ufficio del presidente afghano, Obama ha espresso “profondo dispiacere per l’incidente segnalato” e ha offerto le sue “sincere scuse”. “L’errore – ha scritto il presidente Usa – non è stato intenzionale; vi assicuro che adotteremo le misure necessarie per evitare che la cosa si ripeta e troveremo i responsabili”.
Durante le manifestazioni di ieri una persona è morta e quattro sono rimaste ferite, tra cui due agenti, fuori da una stazione di polizia nella provincia settentrionale di Baghlan. Altri due dimostranti sono stati uccisi e sei sono rimasti feriti in uno scontro a fuoco nella provincia di Uruzgan, nel sud. Infine, due civili sono morti in scontri nel distretto di Khogyani nella provincia orientale di Nangahar, dove sono rimasti feriti anche due soldati della Nato, contro cui ha aperto il fuoco un uomo in divisa dell’esercito afghano.
La polizia afghana ha però anche sparato in aria, usato idranti e manganelli, per disperdere centinaia di manifestanti che hanno provato a entrare nella base militare Usa di Mehter Lam, nella provincia orientale di Laghman.

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