Passera: «L’Ici sulla Chiesa è una decisione saggia»

ROMA – Il Governo è impegnato a trovare un accordo sulla riforma del mercato del Lavoro anche se poi ha ‘’la responsabilità di fare sintesi e superare le impasse’’. Sul taglio delle tasse è importante non fare annunci prima del tempo anche se la creazione di un ‘tesoretto’ con la riduzione dell’evasione favorirebbe senz’altro la crescita. L’Ici sulla Chiesa, poi, è una decisione ‘’saggia e ragionevole’’ ma ‘’non bisogna penalizzare il non profit’’. Corrado Passera si mette in scia alla collega Fornero sulla riforma del Welfare e al premier Mario Monti su tutti i fronti, sottolineando che il Professore ‘’ha fatto un miracolo’’ ridando credibilità al paese.
Il ministro dello Sviluppo economico, spesso dipinto come superministro (‘’ma di super c’è solo Monti’’ si schermisce) parla a tutto campo in un’intervista a Maria Latella su Sky. Dice che l’esperienza dei suoi familiari piccoli imprenditori è stata forse quella più utile, la sua appartenenza alla elite culturale e di reddito del paese non ha favorito più di tanto i suoi figli grandi, quelli che già lavorano, se lo sono guadagnato. Certo il non essere stati scelti dagli elettori è una caratteristica che questo Governo ha, ricorda, ma poi glissa sui partiti:
– Non una parola, questo lavoro è già difficile di per sé e sarebbe ancora più difficile se subentrano connotazioni partitiche.
Poi sfiora soltanto il dibattito politico per entrare invece nell’analisi dei temi economici.
– Non so valutare se questa sentenza può avere un effetto sulla politica – si limita a dire sul caso Mills -. Certo, e questo non attiene alla specifica sentenza, è che quando in generale si arriva ad una prescrizione è un fallimento, una delusione sia per il sistema di giustizia che per l’imputato. E’ una chiusura senza risultato.
Poi definisce ‘’saggia, ragionevole e determinata’’ la decisione di tassare con l’Imu, la nuova veste della vecchia Ici, i beni con finalità commerciale della Chiesa. Adesso, avverte però, ‘’non si deve penalizzare il vero no-profit nel rendere operativa questa scelta’’. Quindi sottolinea i vantaggi dell’apertura del mercato e delle liberalizzazioni:
– Avere un’azienda totalmente dedicata al trasporto – dice riferendosi alla separazione tra Snam Rete Gas e la controllante Eni – può far sì che ci sia un abbassamento di prezzi. Il Gruppo Snam è ben funzionante e se sarà ancora più dedicato a rendere più efficiente il mercato, si potrà ridurre la bolletta italiana.
Benefici potranno arrivare con la concorrenza nell’alta velocità, afferma, anche se è importante anche guardare al ‘’trasporto pubblico locale dove l’apertura del mercato, prevista con le liberalizzazioni, e l’entrata di nuovi operatori’’ potrebbe migliorare quel servizio che ‘’tocca tutti i cittadini ogni giorno’’.
Infine un messaggio alle Pmi e ad una delle attività più strettamente legate al suo ministero:
– Vogliamo trovare soluzioni per risolvere il ritardo dei pagamenti nei confronti delle piccole e medie imprese. Vogliamo recepire nei tempi più brevi possibili la direttiva europea che forza i pagamenti veloci per ridurre questo accumulo che non è più tollerabile.

La Cei non abbassa la guardia
ROMA – Da una parte il governo cerca di rassicurare quanti ieri avevano lanciato l’allarme sul possibile ‘’colpo di grazia’’ per le scuole paritarie e gli asili gestiti da religiosi. Ma dall’altra i vescovi non abbassano la guardia sull’introduzione delle nuove norme per l’Ici-Imu anche sui beni ecclesiastici e ribadiscono tutte le loro ‘’preoccupazioni’’. In particolare è monsignor Michele Pennisi, vescovo di Piazza Armerina (Enna) e segretario della Commissione Episcopale per l’Educazione cattolica, la scuola e l’Università, a puntare il dito contro ‘’l’incertezza legislativa’’ e a rivendicare che ‘’le scuole cattoliche sono paritarie e quindi svolgono un servizio pubblico’’.
– Se le scuole statali sono esentate dall’ Ici o dall’Imu perchè svolgono un servizio pubblico – dice mons. Pennisi all’Ansa, lo devono essere ‘’anche le scuole cattoliche o di ispirazione cristiana che lo fanno non per fini di lucro e spesso per le fasce più disagiate’’. Il nuovo allarme del segretario della Commissione Cei, secondo cui molte scuole paritarie cattoliche ‘’sono a rischio chiusura’’, e secondo cui esse non sono ‘’un lusso’’ ma ‘’un diritto di libertà’’ e sarebbe ‘’un paradosso penalizzare le famiglie che lo esercitano, magari a costo di sacrifici’’, arriva dopo che, dalle colonne di Avvenire, il sottosegretario all’Economia Gianfranco Polillo aveva dato i suoi chiarimenti all’Ici-Imu per i beni della Chiesa.
– Il concetto è semplice: paga l’Imu chi iscrive un utile a bilancio. Chi, insomma, lucra, sull’attività che svolge – ha spiegato Polillo -. Caso classico: se la retta alla scuola parificata serve a sostenere i costi di gestione, non si può considerare attività commerciale – ha aggiunto -. Applichi il concetto a un ospedale: è lo stesso. O a un’associazione, religiosa o meno, ai partiti, ai sindacati. Il decreto attuativo, oltre a stabilire come si calcola la porzione di edificio da cui si ‘lucra’ terrà conto – ha annunciato Polillo – di questo principio.
Le precisazioni, però, evidentemente non bastano. E i vescovi ‘’restano preoccupati’’ denunciano ancora ‘’incertezza’’.
– La legge del 2000 voluta da Berlinguer – ricorda inoltre mons. Pennisi – prevede che le scuole non statali abbiano gli stessi diritti degli alunni delle scuole statali perchè svolgono un servizio pubblico, non per fini di lucro, e quindi non sono dei diplomifici che regalano diplomi in cambio di quattrini, ma sono invece dei servizi educativi alle persone, soprattutto alle fasce più deboli. Teniamo presente – prosegue il vescovo – che la maggior parte delle scuole cattoliche purtroppo sono solamente al Nord e sono soltanto scuole dell’infanzia, perchè al Sud la maggior parte di queste scuole ha chiuso, e stanno chiudendo anche perchè, per esempio, la Regione Sicilia non sta dando il buono scuola facendo in pratica una discriminazione a cittadini che pagano tutti le tasse tra coloro che frequentano la scuola statale e coloro che frequentano la scuola pubblica di ispirazione cristiana.
Il problema, spiega ancora il responsabile Cei, ‘’è quello di fare giustizia. Non solo la Chiesa non rivendica privilegi, ma chiede che l’Italia si adegui agli standard europei, perchè in Europa c’è stata la scuola libera, in Italia purtroppo è soltanto di nome e non di fatto’’.

 

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