G-20, Grilli: «Apprezzata la nostra velocità»

CITTA’ DEL MESSICO – I paesi del G20 attendono le mosse dell’Europa per rinforzare il Fondo Monetario Internazionale (Fmi), temono gli effetti della corsa del prezzo del petrolio sull’economia che appare in rallentamento, sebbene non così drammatica come appariva solo nel mese di dicembre. Al vertice finanziario a Città del Messico, banchieri centrali e ministri guardano alle decisioni dell’Unione Europea per dotare il firewall di risorse adeguate e calmare le tensioni sui mercati che colpiscono l’intera economia. L’Italia non è più sul banco degli accusati come spiega il viceministro dell’Economia Vittorio Grilli e la comunità internazionale ha apprezzato la rapidità delle misure prese dal nostro paese.
Il vice ministro dell’economia Vittorio Grilli ha potuto apprezzare “il cambiamento” del clima rispetto al vertice di Cannes dove l’Italia era sotto pressione. Il viceministro dell’economia, che ha parlato al termine della cena che ha segnato il via ufficiale ai lavori, ha rimarcato come “apprezzamento sia venuto anche dai mercati, come dimostra la discesa dello spread”.
Nell’intervento alla riunione G20, Grilli ha spiegato di aver illustrato agli altri grandi paesi le misure varate dal governo in questi mesi per mettere in ordine il bilancio pubblico e quelle in cantiere come le liberalizzazioni. Per l’Italia era “fondamentale aggiustare i conti” e ora bisogna incentrarsi per fare di più per la crescita attraverso politiche mirate. Nella riunione “comunque l’Italia non era il soggetto sotto la lente”.
I paesi G20 insistono ora piuttosto sull’intera Europa per prendere decisioni forti dotando il proprio firewall di risorse adeguate. In mezzo c’è la resistenza della Germania che però qui a Citta’ del Messico sembra mandare segnali distensivi dopo le iniziali dure dichiarazioni. Il Parlamento di Berlino dovrà votare domani il secondo pacchetto di aiuti alla Grecia e per questo una decisione sul firewall potrebbe arrivare nel corso del mese di marzo e concretizzarsi ad aprile. E’ improbabile quindi che sia il vertice Ue di Bruxelles dell’1 e 2 marzo a stabilire la combinazione dei due fondi Efsf e Esm (in modo da poter contare su una potenza di fuoco di 750 miliardi di euro), ma una decisione in tal senso appare più alla portata. Sbloccando questa impasse e rafforzando così le risorse dell’Fmi i paesi emergenti contano di poter attuare finalmente la riforma delle quote dell’organismo che conferisce loro un maggior peso.
Ma non c’è solo l’Europa a tenere banco nei colloqui del G20. Un elemento di disturbo che si affaccia prepotentemente sulla scena è il rialzo del prezzo del petrolio. Un effetto dovuto alle tensioni geopolitiche, Iran e Siria in primis, visto che la capacità è ancora più che sufficiente. L’andamento del petrolio rischia di creare tensioni sui prezzi e di annullare quei segnali di miglioramento frutto delle azioni di politica monetaria e macroeconomica. Per questo le banche centrali compieranno un monitoraggio sul prezzo del greggio nei prossimi mesi. Nel frattempo comunque la recessione colpisce duro l’Europa che deve fare i conti con tassi di disoccupazione elevati, specie fra i giovani.

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