Lavoro, Monti pensa già alla fase II: spazio ai giovani

ROMA – Come di consueto Mario Monti agisce sul piano interno avendo sott’occhio l’agenda internazionale: il presidente del Consgilio vuole arrivare al vertice europeo di Bruxelles con il via libera del Senato al pacchetto liberalizzazioni, che probabilmente venerdì dovrebbe passare nell’aula di palazzo Madama. Intanto, spinge a fondo sulla riforma del lavoro preparando la cosiddetta ‘fase due’ che dovrebbe avviare la fase delle misure per lo sviluppo. Primo obietivo, come sta dicendo da giorni, insieme ad Elsa Fornero, dare spazio ai giovani. Un modo, si ragiona in ambienti della maggioranza, anche per ammorbidire le posizioni dei partiti su questo tema.
Intanto, il Prof. cerca di sbrogliare altri nodi. Si presenta a sorpresa in Commissione industria, con un blitz che mira a sollecitare l’approvazione del decreto liberalizzazioni con meno modifiche possibili. A cominciare dalla spinosa questione dell’Ici che, dopo le sollecitazioni arrivate dal mondo cattolico, rischiava di aprire un nuovo fronte interno ai partiti più sensibili ai richiami della Chiesa. Con l’occasione ricorda ai senatori che il testo sul pacchetto competitività ‘’trasuda di finalità economiche e sociali per liberare l’economia italiana da vincoli che ne hanno impacciato la crescita’’. Un passo fondamentale, nella visione del capo del governo, per rilanciare la crescita economica. Insieme all’altro capitolo ‘bollente’ sul tavolo dell’Esecutivo: la riforma del lavoro.
Ieri, su input di palazzo Chigi, l’Istat ha pubblicato una nota in cui si sottolinea che, sulla base di dati aggiornati al 2008 e certificati da Eurostat, le retribuzioni italiane, così come il costo del lavoro, sono ‘’in linea’’ con la media europea e comunque migliori di quelle di Spagna e Grecia.
La precisazione serve al governo per riportare nella giusta dimensione il problema, in modo da inquadrarlo correttamente. Ma con ciò, si spiega a palazzo Chigi, non si vuole in alcun modo sminuire le problematiche relative ai salari. Anche perchè resta un gap rispetto ai Paesi che dovrebbero essere presi come punti di riferimento: e cioè Germania, Gran Bretagna e, pur se in misura minore, Francia. Ecco perchè, pur se il quadro appare migliore rispetto ai dati diffusi domenica, per l’Esecutivo resta la necessità di ‘’scardinare’’ l’attuale situazione fatta di ‘’salari bassi e costo del lavoro comparativamente elevato’’, come ha detto Elsa Fornero. E la ricetta, per il minsitro del Welfare, è quella di ‘’aumentare la produttivita’’’. Anche attraverso una riforma del mercato del lavoro, che dia priorità – come ripete ad ogni piè sospinto anche il premier – ai giovani, vera emergenza per il Paese. Ed è proprio su questo tasto che Monti intende battere per superare le resistenze delle parti sociali e di quei partiti più sensibili alle posizioni dei sindacati: una riforma deve essere fatta innanzitutto per impedire che le nuove generazioni continuino ad essere esluse dal mondo produttivo.

Lascia un commento