Cgie, proposta una Agenzia per una nuova politica culturale

ROMA – Lingua e cultura italiana all’estero, rete consolare, assistenza. Questi i temi principali al centro del dibattito della Plenaria del Cgie, ieri a Roma. Non solo critiche, a volte anche aspre, nei confronti del governo precedente che, nel decidere tagli lineari al capitolo di spesa destinato alle nostre comunità, ha castigato pesantemente gli italiani che vivono all’estero, ma anche proposte. I consiglieri del Cgie, ieri infatti, hanno suggerito la creazione di una Agenzia interministeriale che, tra le altre cose, si impegni a trovare risorse, andando a bussare anche ai privati, da destinare soprattutto alla diffusione della lingua e cultura italiane. La proposta è stata illustrata dal consigliere Tommaso Conte. Si è trattato di una relazione condivisa dai consiglieri, intervenuti diversamente sul tema, con veemenza e passione. Ma anche indignazione.
Alla presenza dell’ambasciatore Carla Zuppetti, capo della Dgiepm., i consiglieri hanno a lungo dibattuto sui tagli alla rete consolare e le implicazioni che questi hanno sui servizi ai connazionali; tagli che penalizzano chi, all’estero, deve approcciarsi alla amministrazione italiana.
Per quel che riguarda i Comites e il Cgie tutti d’accordo sulla necessità del loro rinnovo. Il rappresentante del Venezuela, Michele Coletta, ha sottolineato che «il Cgie deve cambiare immagine» e «essere più propositivo» mentre il consigliere Tommasi ha definito i Comites «cadaveri ambulanti», istituzioni «sfiancate» senza ossigeno e costrette a sopravvivere con pochi fondi a disposizione.

 

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