E’ morto Dalla, piccolo grande uomo della musica

ROMA – Lucio Dalla, il piccolo grande uomo della musica italiana, se n’è andato stamattina a Montreux in Svizzera dove ieri sera si era esibito, pochi giorni prima del suo 69mo compleanno, il quattro marzo (1943), una data fondamentale per la memoria musicale del nostro Paese.
La scomparsa di un personaggio come Dalla è un evento che va ben al di la’ dell’universo della canzone, è un lutto per la cultura italiana che perde un’intelligenza fuori dagli schemi, oltre che uno dei più grandi artisti degli ultimi decenni. 50 anni di musica, canzoni e intuizioni geniali, una carriera iniziata a Bologna come enfant prodige del clarinetto che per il suo talento suscitava l’invidia del suo amico Pupi Avati, un talento che l’Italia scoprì nel 1971, grazie a 4/3/1943, un brano che avuto un’importanza fondamentale per cambiare le carte della canzone italiana.
Dopo gli album capolavoro realizzati con il poeta Roberto Roversi (sono gli anni di Nuvolari), nel 1977 con Com’È profondo il mare arriva il successo da star, destinato a crescere con gli album Dalla e Lucio Dalla e canzoni come Futura, Cara, Anna e Marco. Nel frattempo insieme a Francesco de Gregori e Ron aveva condotto Banana Republic, il tour che per la prima volta ha portato i grandi della musica d’autore negli stadi.
30 anni dopo i due sono tornati in tour insieme, ma senza alcun atteggiamento nostalgico, un modo d’essere totalmente agli antipodi della personalità dell’artista bolognese, che è sempre stato un personaggio imprevedibile, dotato di un senso dell’umorismo surreale e di un particolarissimo gusto per la provocazione. E’ stato autore di super hit come Attenti al lupo e di super classici come Caruso, di capolavori poco compresi come Henna, regista di opere liriche, autore e protagonista di spettacoli tv, una sorta di nume tutelare della scena musicale bolognese, uno scopritore di talenti, un uomo animato dalla curiosità e dal gusto per le scoperta. E’ davvero difficile accettare che Lucio Dalla non c’è più. Ed è strano constatare che la sua ultima apparizione in tv sia stata al festival di Sanremo, dove era andato in veste di tutor di Pierdavide Carone. Anche in quell’occasione non ha perso l’occasione per esprimere le sue idee, criticando le giurie e anche gli interventi di Celentano. E’ morto all’improvviso a Montreux, la città che ospita uno dei festival jazz più importanti del mondo. Il jazz, il suo grande amore da dove era cominciata la sua avventura di genio della musica.
Nessuna avvisaglia, “stava bene. Lui e Mondella si sono sentiti dopo il concerto di Montreaux: era contento di come era andato il concerto. Stamattina si è svegliato, ha fatto colazione, un paio di telefonate”, poi il malore. Così, dalla Midas Promotion – società di comunicazione nel mondo della musica e dello spettacolo fondata da Michele Mondella – la sua assistente ricorda, al telefono, le ultime ore di Lucio Dalla.
– In questo momento, il dolore è talmente grande – aggiunge – che non credo ci sia niente che possiamo fare e organizzare, nell’immediato, per ricordare il cantante bolognese.
Dal canto suo, il presidente Napolitano ha affermato che Lucio Dalla è stato “autore e voce forte e originale, che ha contribuito a rinnovare e a promuovere la canzone italiana nel mondo. E’ stato un artista amato da tanti italiani di diverse generazioni. E a me personalmente è caro il ricordo dei nostri incontri, e dell’ultimo, a Bologna, per una iniziativa di beneficenza, ritrovando in ogni occasione la schiettezza e delicatezza del suo tratto umano”.

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