L’incubo della carcere per i marò italiani

KOLLAM – La vicenda dei marò italiani coinvolti nella morte di due pescatori nel Kerala indiano è ormai alla vigilia di una svolta cruciale che permetterà di meglio comprenderne tempi e articolazione, mentre fattori politici ed elettorali locali stanno visibilmente interferendo nel reperimento di una soluzione del problema.
Il sottosegretario agli Esteri Staffan de Mistura si è nuovamente impegnato a Kollam per raffreddare gli animi quando ha dichiarato ad un gruppo di giornalisti indiani che la perizia in corso sulle armi sequestrate a bordo della Enrica Lexie ‘’è trasparente’’ e che ‘’c’è in essa totale collaborazione da parte delle autorità indiane’’.
Ma se il tema è di fatto scomparso dalle pagine nazionali dei giornali, così non è nelle edizioni locali di Kochi, Kollam e Trivandrum, che lasciano trasparire le manovre a cui è interessato il ‘chief minister’, Oommen Chandy, il quale, per ragioni elettorali – c’è un voto parziale ma delicato il 14 marzo – mantiene alta l’apparenza di un sentimento ‘’anti-italiano’’ della popolazione e delle famiglie dei pescatori. Si è scritto così di falliti tentativi di De Mistura di incontrare i familiari delle vittime o di ‘’divieti’’ della polizia ad una sua partecipazione ad una messa nella Cattedrale, o ancora del disinteresse dei familiari a dialogare con i membri della missione italiana.
Ma la percezione diretta della realtà, e la verifica anche degli inviati italiani che riferiscono sugli sviluppi della vicenda in cui sono implicati Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, è che non c’è più astio ma un lavoro di chi tenta di tenere bloccata la composizione del problema per qualche tempo.
Comunque l’agenda dei primi giorni della settimana è fitta di appuntamenti, con la continuazione della perizia tecnico-scientifica sulle armi che si sta svolgendo nell’Istituto scientifico della polizia del Kerala. Un lavoro che potrebbe finire nella giornata di lunedì o al massimo martedì.
Ma il momento centrale è quello delle 15 locali di oggi nel tribunale di Kollam. I due marò infatti lasceranno la loro residenza cittadina (il Police Club) e si presenteranno al giudice che, al termine delle due settimane di custodia preventiva, potrebbe anche disporne la carcerazione. Ipotesi già valutata dalla delegazione italiana che ha presentato un’istanza affinchè la restrizione della loro libertaà possa avere caratteristiche simili a quelle delle guest house della polizia.

Lascia un commento