Usa, il Super Tuesday a Romney: più vicino il trono repubblicano

COLUMBUS – Mitt Romney vince ma non trionfa in Ohio e conquista altri cinque stati del Super Tuesday. Rick Santorum vince in tre stati, rivendicando quindi la capacità di rimanere in gara. Mentre Newt Gingrich si assicura la vittoria nella sua Georgia senza la quale avrebbe dovuto mettere ufficialmente fine alla sua candidatura.
Romney si è aggiudicato la preda più importante della mega tornata elettorale, l’Ohio che per tradizione ha sempre previsto nelle primarie i vincitori di novembre, ma con uno scarto minino, appena un punto percentuale, il 38% contro il 37%, pari a poco più di 12mila voti.
Insomma, anche nello stato del mid west l’ex governatore del Massachussets ha avuto conferma della sua principale debolezza, l’incapacità di attrarre il massiccio sostegno della base più conservatrice dell’elettorato repubblicano, gli evangelici, i Tea Party che hanno continuato a dare il loro voto all’ex senatore italoamericano. Santorum, infatti, ha incassato vittorie negli stati dove questa componente elettorale è più forte, il Tennessee, l’Oklahoma e il North Dakota.
Tornando all’Ohio, anche se Santorum avesse vinto il voto popolare non si sarebbe potuto aggiudicare la maggioranza dei delegati, in tutto 66, perché la sua candidatura non era stata registrata correttamente in almeno tre distretti.
Le altre vittorie di Romney sono state, naturalmente, il Massachussets, dove è stato governatore, il Vermont, dove è forte la componente moderata tra l’elettorato, la Virginia, dove duellava solo con Ron Paul visto che gli altri candidati erano stati esclusi per problemi burocratici, e l’Idaho, dove è forte la comunità mormone.
“Otterrò la nomination, il vero cambiamento è finalmente in arrivo, sono pronto a guidare il partito e il paese verso la prosperità” ha detto Romney parlando nella notte ai sostenitori a Boston, mentre ancora andava avanti lo spoglio in Ohio.
Scegliendo di parlare di “vero cambiamento”, con un chiaro riferimento al change della campagna del 2008 di Barack Obama, Romney ha di nuovo voluto usare il discorso della vittoria per attaccare non il suo avversario Rick Santorum, ma il presidente. “Il presidente vuole aumentarvi le tasse”, ha detto, insinuando che Obama “non dice la verità” e manca di “integrità”.
Anche se i suoi rivali continuano a ripetere che il cammino delle primarie è ancora lungo, la matematica sembra giocare tutta in favore di Romney. Con le sei vittorie incassate al Super Tuesday, che si vanno ad aggiungere alle altre sei ottenute nelle 11 tornate precedenti, l’ex governatore del Massachussest ha confermato una marcia, non entusiasmante, ma costante verso il numero magico, 1144, che gli consentirà di arrivare alla convention con la nomination in tasca.
“Dal punto di vista dei delegati, è in teoria impossibile per Rick Santorum o Newt Gingrich arrivare a quota 1144”, spiega Joh Putnam, professore del Davidson College specializzato nelle regole delle primarie repubblicane.
Dopo il Super Tuesday, che metteva in palio in tutto 437 delegati, Romney è passato da 184 a 415, mentre Santorum da 90 a 179, seguito da Gingrich con 105. Anche se ben lontano dal numero magico, Romney ha più del doppio dei delegati del suo più diretto avversario.

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