La Juve fallisce l’operazione aggancio

BOLOGNA – L’operazione aggancio della Juve s’infrange sul muro di Bologna. I bianconeri rischiano di trovare al Dall’Ara la prima sconfitta stagionale, ne escono col terzo pareggio di fila, il quinto nelle ultime sei partite. Media inadatta, per non dire di peggio, ad una pretendente allo scudetto: il Milan è a +2 con il conto degli incontri, sballato a febbraio dal maltempo, tornato in pari.
Il mercoledì bianconero a Bologna finisce così con un punticino che significa secondo posto. Ed è la ricompensa tutto sommato giusta, per una Juve che rispetto a qualche mese fa ha scalato di una marcia, spesso impallata, parecchio nervosa, a cominciare dal suo allenatore, saltato in campo per maledire l’arbitro Banti quando ha sorvolato su un episodio in area rossoblù. Se ha evitato il tracollo lo deve a Pirlo, padrone della situazione anche quando intorno a lui la confusione rischia di assordarlo e a Vucinic, pirata d’area poco elegante ma sempre efficace, in un’occasione però viziata, in partenza, da una punizione con la palla in movimento.
A Bologna la Juve ha avuto paura per un tempo, quando si è trovato di fronte un avversario quasi perfetto e, soprattutto, in uno stato di forma strepitoso, che nelle ultime dieci giornate ha perso una sola volta. Il mostro per la Juve è stato un ex mai apprezzato in bianconero che a Bologna invece è arrivato ‘a un passo dalla beatificazione’: Marco Di Vaio ha infatti battuto Buffon con un colpo di biliardo quando Ramirez ha fatto il Pirlo e lo ha servito con una lama rasoterra che ha affettato la difesa.
La Juve ha avuto paura anche perché è rimbalzata contro il muro che, mattone dopo mattone, con tanta grinta e qualche colpo proibito, hanno tirato su Perez e Mudingayi. A Pirlo saranno anche fischiate le orecchie, ma è stato lui a trovare, nella ripresa il tocco che ha permesso alla Juventus di pareggiare quando ha fatto il Ramirez e ha messo Vucinic di fronte a Gillet riponendo la sua fiducia e quella di tutta la Juve nella spietatezza di Vucinic, che ha risposto alle contestazioni dei tifosi con la conquista del punto che permette di allungare a trenta la striscia di risultati utili. Definire utile il pareggio di Bologna è però una beffa della statistica.
La battaglia del Dall’Ara, in una partita giocata a mille all’ora, ma con poche, pochissime occasioni da gol (poco impegnati sia Buffon, sia Gillet), ha visto esultare, davanti alla tv, un Milan che si arrampica in classifica e che ha reso nervosi i bianconeri. Conte, al 26’ della ripresa si è fatto cacciare, Bonucci a cinque minuti dalla fine ha preso il secondo giallo costringendo la panchina bianconera ad arretrare Vidal a centro difesa e a escogitare qualche soluzione per schierare la retroguardia di domenica a Genova, visto che Barzagli e Chiellini saranno ancora indisponibili. Non certo una buona notizia per una squadra che adesso deve pensare a rincorrere.
Il Bologna, invece, si mette in tasca un punto che, tutto sommato, era l’obiettivo non dichiarato della giornata. La zona calda della classifica, adesso, è lontana sette punti. Se lo stato di forma rimarrà questo, una primavera tranquilla è tutt’altro che un sogno.