Nigeria, italiano ucciso in un blitz Monti: “Vogliamo spiegazioni”

ROMA – E’ finito tragicamente il sequestro di Franco Lamolinara, l’ingegnere italiano di 48 anni rapito lo scorso 12 maggio in Nigeria, insieme al collega britannico Cristopher Mc Manus. Lamolinara, originario di Gattinara nel Vercellese, viveva in Nigeria da circa 11 anni ed era impegnato nella costruzione di un edificio della Banca centrale a Birnin Kebbi, capitale dello Stato di Kebbi. Il presidente del Consiglio Mario Monti, riferisce una nota di Palazzo Chigi, ha ricevuto ieri pomeriggio, sull’aereo che lo riportava a Roma da Belgrado, una telefonata del primo ministro britannico David Cameron, che gli ha comunicato la tragica conclusione di un’operazione condotta dalle forze di sicurezza nigeriane, con il sostegno operativo di quelle britanniche, intesa a liberare gli ostaggi sequestrati.
“L’operazione – continua il comunicato di palazzo Chigi – si è purtroppo tragicamente conclusa con l’uccisione degli ostaggi avvenuta, secondo la ricostruzione britannica, a opera dei sequestratori. Cameron ha espresso a Monti profondo cordoglio per la vittima italiana, rammaricandosi del drammatico esito dell’iniziativa militare decisa dalle autorità nigeriane e britanniche nella convinzione che questa fosse l’ultima finestra di opportunità per salvare la vita degli ostaggi”.
“Dal momento del sequestro – si legge ancora – le autorità italiane avevano seguito la vicenda in stretto collegamento con quelle britanniche. Nelle ultime ore si è verificata un’accelerazione imprevista e, nel timore di un imminente pericolo di vita per gli ostaggi, l’operazione è stata avviata autonomamente dalle autorità nigeriane con il sostegno britannico, informandone le autorità italiane solo a operazione avviata”. Monti “anche a nome del governo, esprime commossa partecipazione al generale cordoglio e sentimenti di profonda solidarietà ai famigliari per la tragica scomparsa dell’ingegnere Lamolinara”.
Il sequestro, avvenuto a Birnin Kebbi, la capitale dello Stato nord occidentale del Kebbi, al confine con il Niger, era stato rivendicato da al-Qaeda. Il 5 dicembre scorso la stessa organizzazione terroristica aveva lanciato un ultimatum al governo britannico, dando alle autorità di Londra due settimane di tempo per rispondere alle loro richieste e minacciando di uccidere McManus.
Monti ha chiesto al presidente della Nigeria Jonathan in una conversazione telefonica, ieri sera, di avere al più presto una ricostruzione dettagliata delle circostanze che hanno portato all’uccisione degli ostaggi.
Cameron ha spiegato di avere autorizzato, insieme al governo nigeriano, il “via libera” per il blitz, perché le autorità britanniche, in base alle informazioni in loro possesso, ritenevano che le vite di McManus e Lamolinara fossero “in crescente e imminente pericolo”. “Dopo mesi senza sapere in quale luogo fossero detenuti”, ha dichiarato Cameron, il governo di Londra ha ricevuto “informazioni credibili” sul luogo della loro prigionia. “Una finesta di opportunità”, ha detto ancora, si era aperta per “assicurare la loro liberazione”. “Stiamo ancora aspettando conferma dei dettagli – ha proseguito Cameron – ma dalle prime indicazioni appare chiaro che entrambi gli uomini sono stati uccisi dai loro sequestratori”. Il presidente del Copasir, Massimo D’Alema, sottolinea però in una nota: ‘’Occorrerà chiarire con rigore le circostanze che hanno portato le autorità britanniche a decidere l’operazione militare senza preventivamente informare le autorità italiane, ancorché fosse coinvolto un nostro connazionale’’. Il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, ‘’nell’ambito delle proprie competenze, si adopererà affinché sia fatta piena luce sulla vicenda’’.

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