Bufera sul ministro Riccardi, senatori del Pdl pronti alla sfiducia

ROMA – Non si placa la bufera sul ministro della Cooperazione Andrea Riccardi, un ‘tecnico’ mite e riservato che, però, ad una mostra al Senato, in una conversazione privata ma ‘’intercettata’’ dai cronisti si era lasciato andare a giudizi pesanti sul Pdl per aver fatto saltare il vertice di maggioranza a Palazzo Chigi. Quel suo dirsi ‘’schifato’’ da una certa politica aveva già suscitato le reazioni del Pdl che ne aveva chiesto le dimissioni, mentre Pd e Terzo Polo difendono il ministro ed il governo dei tecnici.
Non sono bastate le scuse di Riccardi e il silenzio che si è imposto per non alimentare polemiche (‘’non vorrei parlar ancora del non parlato’’) e riportare il sereno. Nel gruppo del Pdl del Senato, infatti, è scoppiata la rivolta. L’ex Guardasigilli Francesco Nitto Palma, ha raccolto, in breve tempo, le firme di 43 senatori in calce ad una lettera al capogruppo Maurizio Gasparri e al vicecapogruppo Gaetano Quagliariello dove chiede, insieme ai senatori Luigi Compagna e Bruno Alicata di presentare una mozione di sfiducia individuale per cacciare il ministro.
‘’All’indomani di esternazioni del ministro Riccardi a dir poco scomposte e sguaiate, ci sembra – sostengono i firmatari – che il ricorso alla mozione individuale di sfiducia nei suoi confronti sia diventato gesto necessario ed urgente’’. ‘’Può darsi – conclude la missiva – che lo strumento regolamentare sia discutibile, può darsi che le scuse del ministro Riccardi siano apprezzabili, ma per evitare che un governo del quale faccia parte il professore in oggetto abbia la nostra fiducia ci è parso imprescindibile puntare su un’iniziativa ad hoc del nostro gruppo’’.
Una posizione ferma e dura che, nel frattempo, incassa il consenso di altri senatori tra cui l’ex ministro alle Infrastrutture Altero Matteoli e segnala lo stato di malessere latente nel partito di Alfano nel sostenere l’esecutivo Monti.
– E’ una lettera non una mozione. La questione è delicata la valuteremo con Alfano e lo stato maggiore del partito, non c’è,-. un automatismo – si è affrettato a dire, ieri nel pomeriggio, Gasparri da Orvieto -. Credo che se ci siano spazi per il chiarimento e sia meglio che andare allo scontro – ha sostenuto Gasparri che, insieme a Quagliariello, cercano di far rientrare l’iniziativa della mozione di sfiducia che sarebbe dirompente per gli equilibri di governo.
– Riccardi ha detto una cosa grandemente sbagliata, è incappato in un fuori onda, è capitato a tutti. Ho preso atto delle scuse pubbliche del ministro – ha aggiunto un Gasparri conciliante
– Sappiamo distinguere tra un’affermazione e un fuorionda ma non è possibile che chi usa la nostra forza e responsabilità disprezzi quello che siamo e quello che rappresentiamo – ha ammonito, a sua volta, Quagliariello. La rivolta senatoriale, intanto, ha innescato le polemiche del Pd e del Terzo Polo che hanno fatto quadrato intorno al ministro e in difesa del governo ritenendo che Riccardi sia solo il ‘’parafulmine di un nervosismo contro Monti’’.

Lascia un commento