Pirandello: una ‘charla’ in cerca di pubblico

“Oh, il teatro drammatico! Io lo conquisterò. Io non posso penetrarvi senza provare una viva emozione, senza provare una sensazione strana, un eccitamento del sangue per tutte le vene. Quell’aria pesante chi vi si respira, m’ubriaca: e sempre a metà della rappresentazione io mi sento preso dalla febbre, e brucio”.
Con queste parole il ventenne Luigi Pirandello, in una lettera datata 4 dicembre 1887 e indirizzata alla familia, dichiara la sua viscerale adorazione per la drammaturgia e l’intimo desiderio di farla propria. 47 anni dopo l’autore nato ad Agrigento riceverà il Premio Nobel per la letteratura con la seguente motivazione: “Per il suo coraggio e l’ingegnosa ripresentazione dell’arte drammatica e teatrale”.
47 anni di intensa attività in cui lo scrittore di “Sei personaggi in cerca di autore”, andando oltre i propositi di gioventù, ha rinnovato, reinventato e rimescolato le carte del mondo del teatro.
Le quattro fasi: siciliana, umoristica, metateatrale e infine mitica, con cui la critica è solita dividere la sua opera teatrale, sono state tutte contraddistinte dalla fioritura di autentici capolavori: “Pensaci, Giacomino”, “Così è (se vi pare)”, “O di uno o di nessuno”, “La nuova colonia”.
Di tutto ciò, e di molto di più, ne parlerà all’Istituto Italiano di Cultura la Dottoressa Patrizia Linossi, nella conferenza dal titolo: “La grande drammaturgia di Luigi Pirandello”, nell’ambito del ciclo dedicato alla storia del teatro italiano.
L’appuntamento è per il 21 marzo alle 18 e 30. L’entrata è libera, la prenotazione obbligatoria.

Giovanni Di Raimondo

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