Il Sud va a Santorum, ma Romney arriva a 480 delegati

WASHINGTON – E’ Rick Santorum il trionfatore della grande notte elettorale del profondo sud. Il nipote del minatore di Riva del Garda conquista l’Alabama e il Mississippi sbaragliando il suo competitor a destra, Newt Gingrich, il grande sconfitto della serata. ‘’We did again’’ ha detto emozionato ai suoi fan riuniti a Lafayette, in Lousiana. ‘’La gente comune è capace di fare cose straordinarie’’, ha aggiunto proponendosi come il paladino della working class, che sfida l’establishment, i media e il ‘big money’. ‘Santo’ come lo chiamano qui in Usa, infatti non ha solo regolato l’ex Speaker, ma ha battuto anche Mitt Romney. Il ‘front-runner’ ha confermato di non avere ancora l’appoggio degli elettori evangelici ultra-conservatori, di non sapersi connettere con gli umori dell’America profonda. Tuttavia, Romney il ‘moderato’, il miliardario del Massachusetts che non va giù agli elettori del Tea Party, va avanti per la sua strada. L’entusiasmo, la passione politica è importante, ma alla fine, quello che conta per vincere la nomination è ottenere i delegati per la convention di Tampa.
Grazie alle nuove regole che assegnano i seggi in modo prevalentemente proporzionale, lo staff di Romney, sconfitto alle urne, può comunque tirare un sospiro di sollievo per aver guadagnato anche oggi terreno prezioso. Ora, a seconda delle stime, si trova tra i 470 e i 480 delegati. Santorum, l’uomo del giorno, anche dopo i trionfi di ieri, ne ha sempre la metà, circa 240. E alla fine, vince chi arriva prima alla soglia magica di 1144. Insomma, un po’ com’è accaduto nel Supertuesday della settimana scorsa, Romney malgrado tutti i suoi limiti resta il predestinato. Ma stavolta deve stare attento. Sino a quando i conservatori disperderanno i loro voti su due candidati, il raggiante Santorum e il malconcio Gingrich, Mitt può dormire sonni tranquilli. Molto diverso se l’ex Speaker si decidesse a ritirarsi.

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