Lavoro, Fornero: “Non tutto è blindato. Intesa possibile già la prossima settimana’’

ROMA – “Siamo relativamente pronti. Non tutte le cose sono blindate, stiamo ancora discutendo, dialogando con le parti ma siamo relativamente pronti a presentare delle proposte’’. Ad affermarlo è stato il ministro del Lavoro Elsa Fornero, nel corso della sua audizione in Senato in Commissione Lavoro.
La riforma, rileva il ministro, sarà ‘’un blocco complessivo su 5 aspetti fondamentali: l’ordinamento dei contratti; il sistema degli ammortizzatori sociali; la flessibilità in uscita; le politiche attive; servizi per il lavoro’’. A questo blocco “si aggiungeranno elementi sul lavoro femminile, sui disabili e anche sul lavoro degli immigrati’’.
– Conto sul fatto che qualcosa che viene disegnato per il paese non può essere rifiutato – ha affermato Fornero -. Ci sono aspetti indigesti per tutte le parti ma bisogna che le parti guardano il complessivo. E’ un menù equilibrato.
Ha poi aggiunto:
– Da parte mia non c’è nessun ottimismo di maniera. Ci sono molte problematiche. Sono fiduciosa sul fatto che le parti capiscano che questo dare oggi significa aprire per il domani.
La ministro ha sottolineato la necessità ‘’di far uscire il paese da una trappola che da più di 15 anni ci obbliga ad un tasso di crescita più basso rispetto a quello dei nostri paesi concorrenti, di decrescita o addirittura di stasi’’.
Quanto all’incontro con le parti sociali, ha sottolineato il ministro, “è stato utile’’.
– Ci incontreremo nuovamente al di là dei riflettori – ha proseguito -. L’obiettivo del Governo rimane un accordo con le parti sociali da realizzarsi entro il termine del mese. Per questo ci impegniamo a trovare un’intesa entro il 23 marzo. Il presidente ha un’importante viaggio il 25 marzo. Vorremmo arrivare ad un accordo con le parti sociali prima della sua partenza’.

Quindi un accordo con le parti sociali sembra realizzabile.
– Lavoro per questo e penso che forse lo potremo fare già la prossima settimana. I dialoghi – ha sottolineato – possono a volte essere più vivaci e a volte decisamente più distesi ma noi abbiamo sempre lavorato con l’obiettivo di cercare un’intesa per una buona riforma per il Paese.

Quanto alle risorse, ‘’non si vede perché i soldi devono essere messi prima. Se c’è l’accordo il governo finanzia tutte le sue parti, se non c’è l’accordo il governo fa le sue scelte e le finanzia’’.

“E’ stato un incontro utile – confermano i leader di Cgil, Cisl, Uil e Ugl al termine della lunghissima riunione, quasi cinque ore, con il ministro del Lavoro’’.
Una dichiarazione “unitaria”, questa, per rispondere all’accordo preso con il ministro di tacere sui contenuti del confronto.
– Nei prossimi giorni ci saranno altri incontri ma non abbiamo stabilito né dove né quando e abbiamo convenuto con il governo che i contenuti di questa discussione resteranno patrimomio di chi li ha fatti – ha spiegato Luigi Angeletti, e in ‘fotocopia’ anche i segretari di Cgil e Cisl.
– L’incontro è stato utile e non dico nulla di più perché le trattative non si fanno sui giornali – ha detto Susanna Camusso -. Mi pare stiano maturando cose positive. Oggi è ricominciato il confronto utile e costruttivo e mi pare che ci sia l’impegno per costruire tutele universal.
Né è dato sapere dai sindacati i capitoli della riforma sul tavolo della trattativa. Solo il leader Cisl Raffaele Bonanni dettaglia:
– Sono quelli che conoscete. L’articolo 18 può essere ristrutturato – ha affermato il segretario generale della Cisl intervenendo alla trasmissione ‘Italia sul Due’ su ‘Rai 2’ spiegando di essere stato reintegrato proprio in virtù dell’art. 18, quando da giovane venne licenziato per il suo impegno da sindacalista. “Anche il Pd si è reso disponibile a ragionare su questo”, ha riferito inoltre Bonanni.

Tiene il punto la Cgil.
– C’è già una grande flessibilità in uscita e fino ad ora la discussione è sul fatto di togliere la protezione dell’articolo 18; ma questa è una materia su cui non si può intervenire – ha detto Camusso.

Secondo il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, sulla riforma del mercato del lavoro sono necessari “molto pragmatismo e molta concretezza perché parliamo sulla pelle della gente e delle imprese”.
– La riforma – ha detto Marcegaglia alla tavola rotonda del convegno di Unicredit – è un’occasione unica per cambiare il mercato del lavoro a 360 gradi, e non parliamo soltanto di flessibilità in uscita, per creare occupazione e ridurre il dualismo del mercato stesso.
Ma, ha avvertito toccando uno dei nodi nevralgici del confronto e cioè quello relativo al nuovo sistema di ammortizzatori sociali, avremo “problemi di gestione di ristrutturazioni e riconversione industriale. Ma senza cassa integrazione straordinaria e mobilità, come facciamo?”.
Marcegaglia commenta poi con una “battuta’’, come lei stessa l’ha definita, le parole del giorno prima del ministro del Lavoro (che a proposito delle risorse aveva parlato di ‘’paccata di miliardi…’’).
– Non mi pare da quello che ho visto – ha replicato Marcegaglia -. Ci danno una paccata e basta. La mia è stata solo una battuta.
Sul tema del lavoro è intervenuto anche il ministro dello Sviluppo Corrado Passera che lo ha definito come “la priorità’’, sottolineando che “una quota molto rilevante della società ‘’ subisce il “disagio occupazionale che si è creato in questi anni” e “teme il futuro”. Un disagio occupazionale che, ha continuato Passera, è “impressionante’’ perché riguarda ‘’milioni di persone e i loro familiari’’. Dunque “il tema dei posti di lavoro deve essere il criterio fondamentale della performance dell’intero sistema’’.

Dagli ammortizzatori all’art. 18: i temi sul tavolo
ROMA – Riordino delle tipologie contrattuali per l’accesso al mercato del lavoro con una stretta sulla precarietà, riforma degli ammortizzatori sociali con il tentativo di renderli universali e maggiore flessibilità in uscita con la revisione dell’articolo 18: la riforma del mercato del lavoro sulla quale martedì 20 si cercherà l’accordo tra Governo e parti sociali si è ormai delineata e punta all’obiettivo, come spiegato dal ministro del Lavoro, Elsa Fornero, di creare un ambiente favorevole all’investimento per le imprese ma anche di creare maggiori occasioni di lavoro per i giovani e per chi ha perso il lavoro. Ecco in sintesi i temi sul tavolo:
– CONTRATTI: Il Governo punta al “riequilibrio delle convenienze’’ tra le varie tipologie contrattuali disincentivando in particolare l’uso del contratto a termine (con un aumento della contribuzione dell’1,4% sulla retribuzione da destinare al fondo per il reimpiego). Sul contratto a progetto è previsto un ulteriore aumento dell’aliquota contributiva previdenziale (per avvicinarla a quella del lavoro dipendente) oltre a una stretta sulla possibilità di utilizzarlo. Si limiterà inoltre la possibilità del committente di recede dal contratto prima del termine. Si rafforza invece il contratto di apprendistato valorizzandone il contenuto formativo.
– AMMORTIZZATORI: Al posto dell’indennità di disoccupazione arriva l’Aspi (assicurazione sociale per l’impiego) che durerà più a lungo e sarà più alta. A regime passa dagli 8-12 mesi attuali (12 per gli over 50) ai 12-18 mesi (18 per gli over 55) e avrà un importo più alto (dal 60% attuale al 70% della retribuzione almeno sui primi 1.250 euro di salario con un tetto massimo di 1.119 euro lordi). Viene sostanzialmente abolita la mobilità (due anni di sussidio in casi di licenziamenti collettivi nelle aziende industriali con almeno 15 dipendenti che possono diventare 4 anni nel caso degli over 50 del Sud) mentre dovrebbe essere introdotta la possibilità di uno ‘’scivolo’’ pagato dalle imprese per i lavoratori più anziani (coloro che sono licenziati ameno di 4 anni dalla pensione). Giro di vite anche sulla cassa integrazione con la decisione di non prevedere lo strumento in caso di chiusura dello stabilimento. – ARTICOLO 18: il punto di accordo dovrebbe trovarsi sulla possibilità per i licenziamenti per motivi economici (il cosiddetto giustificato motivo oggettivo) di lasciare al giudice la decisione in caso di licenziamento illegittimo tra il reintegro e l’equo indennizzo. Il reintegro resterebbe con le regole attuali (il giudice ordina comunque il reintegro nel caso di licenziamento illegittimo) nel caso di licenziamenti discriminatori, senza giusta causa e senza giustificato motivo soggettivo (ovvero motivi attinenti al comportamento del lavoratore).

Lascia un commento