Serie A, Fiorentina disastro e la Juve ne fa cinque

FIRENZE – Una sciocchezza di Cerci spiana la strada alla Juve. E la notte fiorentina dei bianconeri, che sulla carta poteva essere intrisa di insidie per la carica che i viola mettono sempre per questa sfida, finisce per essere una passeggiata. La Fiorentina è battuta 5-0. Un disastro che può segnare anche la storia dei Della Valle a Firenze. Perdere così contro la Juve i tifosi viola non lo sopportano, lasciano lo stadio e offendono squadra e proprietà.
Con la Juventus già in vantaggio grazie ad un colpo a giro di Vucinic che ha ricordato molto i gol ‘alla Del Piero’ (15′), l’ex romanista Cerci ha pensato bene di inscenare una scaramuccia con De Ceglie, conclusa con un calcio nel sedere al bianconero: Bergonzi vede tutto e arriva il rosso. E’ il 20′ e sulla partita scorrono già i titoli di coda. Povera Fiorentina.
Già falcidiata dalle assenze di Jovetic e Behrami, ora dà anche il vantaggio dell’uomo in più: era già dura in 11 contro 11, ora è un calvario. La squadra di Conte, che al 7′ aveva anche colpito un palo con Vucinic, fa quello che vuole e al 28′ costruisce il secondo gol con Vidal. Un 2-0 dopo 28 minuti e in inferiorità numerica è una iniezione letale per chiunque, figurarsi per una squadra che ha per sua struttura un carattere fragile. E’ la fine. Il film della gara termina qui. Tutto quello che accadrà dopo è un calvario per una squadra psicologicamente a terra davanti alla odiata Juventus.
Il popolo viola, che in questa partita aveva riposto tutte le aspettative per salvare una stagione, che aveva preparato un coreografia speciale con tanti cartellini bianchi e viola, che aveva sperato in una vittoria per rispolverare l’orgoglio di tifare Fiorentina, di botto perde la pazienza. Dalla curva Fiesole, dove il cuore viola pulsa, parte il coro, ‘Tirate fuori le palle’: ma i ragazzi di Delio Rossi non hanno neppure la forza per provare ad organizzare una reazione. E Amauri è un ectoplasma: 8 gare senza gol. La Juve, guidata come al solito dalla saggezza di Pirlo, animata dalla ‘cattiveria agonistica’ di Vidal, caricata dalla voglia matta di Matri, attaccata alla corsa di Marchisio e dei suoi esterni, con Vucinic che gioca divertendosi, si può anche permettere qualche incertezza difensiva: tanto nulla può accadere con questa Fiorentina. Così Conte, che una situazione del genere non osava neppure pensarla, si ritrova a gestire con semplicità la gara, riesce a mantenere la squadra a distanza ravvicinata dal Milan e soprattutto supera un ostacolo senza faticare, situazione molto utile in vista dell’impegno di Coppa Italia contro il Milan martedì prossimo.
La Fiorentina è come un pugile alle corde, prova ad uscire qualche volta con le folate di Vargas o con un tiro di Lazzari che fa dire a Buffon ‘presente’, mentre il cambio di Oliveira con De Silvestri al priimo della ripresa non incide. Il popolo viola è una furia e grida ‘Se andiamo in B vi facciamo un culo cosi’..” e “Fate ridere, fate ridere”. Poi scarica la rabbia contro i Della Valle intonando il coro “Della Valle fuori dalle palle” e “Spendere, bisogna spendere”. Arrivano i cambi Vucinic-Borriello e Vidal-Padoin. E arrivano anche i gol anche di Pirlo (21′) e Padoin (27′) per il 5-0. Lo stadio si svuota, mentre la tribuna si rivolta contro l’unico dirigente viola rimasto al suo posto, l’amministratore delegato Sandro Mencucci.
Nella gara più attesa la Fiorentina fa la figura peggiore. La retrocessione non è ancora un pericolo concreto, ma può diventarlo. Conte fa festa e i 90 minuti di offese ricevuti fanno poco male e possono essere dimenticati in fretta.