L’Aquila punta sulla ‘smart-city’. Monti: «Ora ripartire»

L’AQUILA – La crisi del post terremoto come la crisi economica nazionale. L’emergenza e l’urgenza della ricostruzione come quella delle nuove fondamenta che l’Italia si deve dare con le riforme strutturali. La due giorni del Forum Ocse dedicato all’Abruzzo fornisce più di un’occasione per tracciare parallelismi tra situazioni che, pur diverse per drammaticità, richiedono dopo ritardi ed interventi emergenziali, gestioni quasi commissariali. Ma ora bisogna muoversi, bisogna ricostruire davvero, lascia intendere il presidente della Repubblica quando dice che ”L’Aquila merita il rilancio”.
Giorgio Napolitano, nel suo messaggio al ministro per la Coesione Territoriale e ‘padrone di casa’ al Forum, Fabrizio Barca, chiede di guardare al futuro e alla ”valorizzazione” del territorio ”tanto caro agli italiani”.
L’Abruzzo, gli fa eco il premier Mario Monti – alla sua prima visita nel capoluogo della regione – deve avere ”risposte e certezze”. Soprattutto nella ricostruzione. E qui, scandisce il capo del Governo, ”la sfida è collettiva: spetta agli enti locali la strategia dello sviluppo con fiducia reciproca, quel comune sentire di relazioni che trovo ricostruite e che mancavano da anni”.
– Il governo – assicura – accompagnerà questo processo favorendo in modo alto la ricostruzione. Parole che vengono accompagnate da progetti, alcuni già approvati e finanziati, altri in via di definizione. Ma anche dettate da ”una forte emozione” che Monti, sin dalla prima tappa a ciò che resta della casa dello studente, non nasconde.
Monti, durante una breve visita al centro storico, forse non si aspettava di vedere la città ancora così in ‘ritardo’ nella ricostruzione pur riportando “l’impressione che sia di straordinaria bellezza anche così”. Avendo visto le scene in tv, dice poi ai giornalisti, uno può immaginare cosa sia stato il passato, ma c’é grande voglia di fare, di ricostruire. Di futuro.
– L’entusiasmo – sottolinea – è palpabile.
Il premier loda apertamente l’intesa raggiunta sulla ricostruzione del sisma tra Confindustria e sindacati si è augurato, concedendosi anche lui un parallelismo tra terremoto e crisi, che anche per il nuovo modello di lavoro e ammortizzatori sociali questa collaborazione tra istituzioni possa essere raggiunta. Ma, dopo delusioni e finanziamenti a pioggia, indagini per infiltrazioni della criminalità organizzata nella gestione degli appalti e ritardi, è ”l’utopia” della ‘smart city’ che va di scena sotto al Gran Sasso.
Il Forum Ocse “Abruzzo verso il 2030, sulle ali dell’Aquila”, organizzato con la collaborazione di Confindustria, Cgil, Cisl e Uil, presenta infatti un progetto ecosostenibile di ricostruzione che punta su energie pulite, internet, nuovi materiali. Un progetto che registra il ‘sold out’ dell’Aula conferenze dei laboratori e che fa ben sperare su quella che in molti definiscono più che una scommessa un’idea di città nuova che si collega ad un progetto europeo più ampio con miliardi di risorse disponibili.
Ricostruire l’Aquila con nuove tecnologie per ricostruire una città migliore, insomma, si può. E questo governo ci crede: dai rifiuti ai trasporti, dalla sanità alla sicurezza, più legno meno cemento, case che non solo risparmino energia ma che siano inserite in una rete virtuosa e che addirittura producano energia per il territorio. Lo studio Ocse ha riempito il salone dei convegni con scienziati e aquilani qualunque, ma soprattutto rappresenta il sogno neanche tanto lontano di “una città diversa, non per gli altri ma per gli stessi aquilani”, come ha detto a margine del forum Barca.
l Forum Ocse e l’idea di una smart city propone quindi agli aquilani di non ricostruire, in sostanza, male il vecchio, ma bene il nuovo. Anche perchè il ‘vecchio’, dice spietata l’analisi dell’Osce sul post-terremoto, è da bocciare a causa di ”approcci ampiamente frammentati, scoordinati e individualistici” per le ”prospettive di breve termine” e per finanziamenti non organizzati. E la smart city potrebbe appunto essere la risposta vincente rispetto ad un’idea di ricostruzione ”fuori dal futuro”.
Lontano dal futuro, ma anche lontano dai ‘cuori’ delle istituzioni, lamenta il sindaco Massimo Cialente che denuncia come la sua città – dopo la prima ondata emotiva – sia stata abbandonata a se stessa.
– Che clima c’é all’Aquila? – si chiede il Sindaco -. Io lo vedo il pessimismo, l’ho visto crescere giorno dopo giorno. Perché, finita l’emergenza con il suo aspetto mediatico noi siamo stati abbandonati a noi stessi e da due anni è tutto fermo.
– Il lavoro che sta svolgendo il governo Monti, con in prima linea il ministro Fabrizio Barca – dice speranzoso il Governatore e commissario delegato per la ricostruzione, Gianni Chiodi – evidenzia in modo chiaro la necessità che in questa fase della ricostruzione si tirino le conclusioni di un proficuo e celere dibattito su cosa e come si vuole ricostruire e quali possano essere gli strumenti per il rilancio economico e sociale.
In serata per il premier cena in un ristorante di Camarda (L’Aquila) con i ministri e l’ex sottosegretario alla presidenza del consiglio Gianni Letta, che e’ abruzzese. Con loro anche Cialente, Chiodi e il presidente della provincia Antonio del Corvo.

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