Immigrazione: si teme una nuova ondata di sbarchi

ROMA – I trecento migranti arrivati l’altro giorno a Lampedusa non sono il problema: perchè le informazioni che diverse fonti in Italia e nei paesi africani sull’altra sponda del Mediterraneo hanno raccolto nelle settimane scorse, vanno tutte nella stessa direzione. Questo è solo l’inizio. Il timore, concreto, è dunque che possa arrivare una nuova ondata di sbarchi: probabilmente non come quella dell’anno scorso – eccezionale anche a causa della guerra in Libia – e però pur sempre consistente. La questione va quindi affrontata seriamente e in tempi rapidi, dicono organizzazioni umanitarie e istituzioni che da tempo seguono il fenomeno degli sbarchi.
Gli sbarchi dei migranti, in sè, non rappresentano una novità, visto che sono 15 anni che come arriva la primavera salpano dall’Africa migliaia di disperati che scappano da guerre e fame. Rispetto agli anni scorsi, però, quest’anno l’Italia ha un problema in più: Lampedusa è stata dichiarata con un’ordinanza porto non sicuro: in teoria significa che nessuna imbarcazione può attraccare sull’isola. In pratica questo finora non è successo, ma nessuno può escludere che – se l’ordinanza non viene annullata – ciò accada. Con tutte le conseguenze del caso: per raggiungere Porto Empedocle, l’approdo più vicino, ci vogliono almeno altre sette ore di navigazione da Lampedusa. E se durante il tragitto qualche migrante salvato in mezzo al mare, muore? Senza contare che costringendo i mezzi di soccorso a raggiungere la Sicilia, si sguarnisce il soccorso, rischiando così di non fare in tempo ad intervenire in caso di allarme.
L’altro problema, non di poco conto, riguarda il Centro dell’isola. Chiuso dopo l’incendio del settembre scorso che lo ha quasi interamente distrutto, non è mai stato ristrutturato.
– E’ fondamentale che Lampedusa abbia di nuovo un centro di accoglienza e soccorso, che sia soltanto una struttura di transito – ripete da tempo Laura Boldrini, portavoce italiana dell’Alto commissariato per i rifugiati (Unhcr) dell’Onu. Anche perche’, sottolinea, il precedente governo ‘’ha forzato la mano, trasformando il centro di accoglienza in un centro di espulsione’’ e creando così le condizioni che hanno poi portato alla rivolta dei migranti’’.
– Vista la situazione – aggiunge – , si capisce allora perchè le autorità sono particolarmente preoccupate dalle notizie che arrivano dall’Africa.
Sia in Tunisia sia in Libia, infatti, le organizzazioni criminali che gestiscono la tratta di esseri umani stanno via via riprendendo il controllo dei porti da cui partono le carrette: da Sousse a Gabes fino a Zuwarah sono stati notati diversi movimenti e ammassamenti di migranti. Così come vengono segnalati centinaia di immigrati sub sahariani che stanno entrando in Libia dalle frontiere a sud e che certo non si fermeranno nel paese africano. Le informazioni dicono anche un’altra cosa: finora la quasi totali di somali, eritrei, etiopi, nigeriani arrivati a Lampedusa, partivano dalla Libia. Ora questi migranti vengono segnalati anche nei porti della Tunisia, in attesa di partire assieme a quei tunisini che non credono nella primavera del loro paese. C’è poi un ultimo aspetto che questi primi sbarchi hanno messo in luce: i trafficanti hanno ripreso a far viaggiare i gommoni, se possibile meno sicuri delle carrette in legno, e in molti casi senza dotare i migranti di almeno un satellitare, per chiedere aiuto in caso di allarme. Un problema in più per chi ogni giorno tenta di evitare che questi disperati finiscano in fondo al Mediterraneo.

Dopo la tragedia migranti via da Lampedusa
PALERMO – Il giorno dopo l’ennesima tragedia sulla rotta dei migranti, con 5 persone trovate morte su un gommone partito dalla Libia e diretto a Lampedusa, nel Canale di Sicilia si susseguono le segnalazione e mezzi aerei e navali setacciano le acque, ma ieri a Lampedusa non sono arrivati barconi e non ci sono stati avvistamenti, nonostante le condizioni del mare incoraggino i viaggi. E non ha finora avuto alcun esito la ricerca di un barcone che, secondo alcuni migranti che avevano dato l’allarme con un telefono satellitare, sarebbe naufragato in acque libiche.Ieri dall’isola sono state portate via 167 delle 273 persone arrivate l’altro giorno in tre distinti sbarchi.
Mentre si teme che un’ondata di migranti simile a quella dello scorso anno (furono oltre 50 mila gli arrivi) possa riversarsi sulle coste italiane, Malta respinge l’accusa di non aver risposto alle segnalazioni comunicate ieri alle autorità de La Valletta dal nostro Paese, sostenendo di aver mandato nell’area aerei e mezzi militari.

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