Terzo Polo con il Pd: «Va bene anche il commissario»

ROMA – Dopo il presidente della Camera Gianfranco Fini l’altro giorno ieri è stato il leader Udc Pier Ferdinando Casini a dare la sua approvazione all’ipotesi del governo di un ‘’super-dg’’, un commissario per Viale Mazzini.
– Sono totalmente d’accordo con Fini che ha parlato a nome del Terzo Polo – dice Casini, rispondendo così ai cronisti che gli chiedono se anche il suo partito è per il commissariamento. Alle loro voci si aggiunge quella del Pd. E’ il responsabile cultura e informazione Matteo Orfini che parla a nome del partito spiegando che ‘’l’annuncio del passo indietro del terzo polo sulle nomine Rai va nella direzione giusta’’.
– Siamo certi – aggiunge – che presto anche il Pdl farà la stessa cosa, comprendendo che il tempo della lottizzazione è finito per sempre, con buona pace di Gasparri.
L’obiettivo è liberare la Rai dal controllo dei partiti e, secondo Orfini, ‘’una riforma si può fare in tempi brevissimi, così da dare alla Rai nuove regole prima che sia troppo tardi e in tempo per la scadenza del Cda’’.
Ma dal Pdl le voci che si alzano sono ancora nettamente contrarie ad un dialogo che quindi, inevitabilmente, si complica.
– Il Commissariamento della Rai extra legem non lo decidono né Casini né Fini, né con rispetto parlando nessun altro, perchè, se passa la prassi dei colpi di mano, allora non ci si venga a parlare della necessità di regole per ciò che riguarda l’economia – chiarisce il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto mentre il suo collega al Senato Maurizio Gasparri parla di ‘’lottizzatori del Pd nelle banche e alla Rai’’. Nella discussione comunque non si vede all’orizzonte la soluzione.
Il fatto è che il 28 marzo, come già annunciato, il direttore generale di Viale Mazzini Lorenza Lei presenterà alla riunione del cda Rai, il bilancio da approvare. Entro un paio di settimane il documento sarà sottoposto all’assemblea dei soci e da allora i vertici potranno essere rinnovati. Ma si arriva così circa a metà aprile per avviare le procedure di scelta del consiglio, e quindi a ridosso delle amministrative del 6 e 7 maggio, quando si voterà in circa mille comuni. Poi ci sono i ballottaggi previsti per il 20 e 21 maggio. Rinnovare il vertice della tv pubblica nel corso di una tornata elettorale diventa molto complicato, quindi se non si trova un accordo governo-partiti nel corso della prossima settimana, prima che il premier Mario Monti parta per il suo viaggio in Asia, andare ad una proroga dell’attuale Cda almeno fino a giugno sarà quasi inevitabile.

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