Sì all’aborto per le vittime di stupro

BUENOS AIRES – Ogni donna che sia stata vittima di stupro potrà abortire senza richiesta di autorizzazione al giudice. Questa la sentenza stabilita all’unanimità dalla Corte Suprema argentina, che ha dichiarato che “in questi casi, i medici non avranno più bisogno dell’approvazione della Corte. Dovranno solo avere una dichiarazione della vittima o del suo legale in cui si afferma che la gravidanza è l’esito di uno stupro”. La Corte Suprema è giunta alla legalizzazione dell’aborto per le vittime di stupro partendo proprio da una vicenda legale sulla quale si era espresso il Tribunale della provincia meridionale argentina di Chubut. Nel marzo del 2010 la Corte locale aveva autorizzato una quindicenne ad abortire: la giovane era rimasta incinta mentre veniva violentata dal patrigno. L’autorizzazione, tuttavia, aveva fatto parlare di sé. L’Argentina, infatti, paese di stampo fortemente cattolico, prevede il ricorso all’aborto solo nel caso in cui la donna incinta ha problemi psichici oppure se la salute o la vita della donna sono messi a rischio. Di volta in volta, è il giudice a decidere arbitrariamente se l’aborto è o meno possibile, valutando personalmente il caso.
Con questa sentenza la Corte Suprema statuisce l’impunibilità degli aborti che sono effettuati in conseguenza di una violenza sessuale.

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