Dai maoisti 13 condizioni per il rilascio dei 2 ostaggi italiani

ROMA – Tredici condizioni per il rilascio di Paolo Bosusco e Claudio Colangelo. Il governo dello Stato indiano di Orissa ha ricevuto dai maoisti una testo contenente le richieste avanzate dai rapitori dei due connazionali, in mano ai Naxaliti dal 14 marzo. Il dato positivo è che il documento è arrivato molte ore dopo la scadenza, domenica sera, dell’ultimatum annunciato dopo il sequestro, mentre il capo del governo locale Naveed Patnaik ha dimostrato concretamente la sua disponibilità a trattare “nei limiti di legge”.
Il secondo caso indiano – dopo l’arresto dei marò a metà febbraio – ha scatenato la diplomazia italiana dentro e fuori lo sterminato territorio del paese asiatico. Il ministro degli Esteri Giulio Terzi ha avuto una “lunga telefonata” con il collega indiano S.M. Krishna in cui ha insistito sulla “assoluta necessità che ogni iniziativa assunta da parte indiana abbia come obiettivo prioritario anzitutto la tutela della sicurezza e dell’incolumità dei due cittadini italiani”.
Krishna – ha fatto sapere la Farnesina – ha aggiornato l’omologo italiano sugli ultimi sviluppi, confermando il “massimo impegno delle autorità indiane, a livello federale e statale, per una positiva soluzione del caso”. Alle parole hanno corrisposto i fatti: a livello locale, il chief minister Patnaik ha lanciato per la terza volta un appello per il rilascio degli ostaggi; mentre dalla capitale Nuova Delhi, il governo ha ordinato la sospensione delle attività militari anti-guerriglia nell’ambito dell’operazione GreenHunt, che era stata lanciata nel novembre 2009 contro i ribelli Naxaliti. Decisione, quest’ultima, che ha provocato una reazione di discreto stupore nella stampa indiana.
Il premier dello Stato di Orissa, Patnaik ha rivelato di aver “ricevuto un documento firmato da Sunil, segretario locale del Partito comunista indiano (Pci, maoista), con 13 richieste, ora è all’esame degli organi statali”. Fra le richieste dei maoisti c’è la liberazione di tre figure di spicco del Pci: Gananath Patra, Subhashree Panda (moglie del leader del partito nello stato di Orissa, Sabyasachi Panda) e Junus Pradhan. Poi c’è la domanda di un immediato divieto di ingresso per turisti e stranieri nelle zone tribali, dove settimana scorsa sono stati rapiti Bosusco e Colangelo. Da parte dei rapitori si esercita anche una pressione sul governo perché venga garantita una zona di transito sicuro per i guerriglieri.
Obiettivo della Farnesina è arrivare per “stadi successivi alla liberazione” dei connazionali, garantendone l’incolumità ha sottolineato in un’intervista a Skytg 24 il consigliere Claudio Taffuri, Capo dell’Unità di Crisi. “L’ambasciatore ci informa costantemente, ad ogni mezzora riceviamo una novità – ha riferito Taffuri – Possiamo certamente dire che da parte indiana c’è grande disponibilità a risolvere il caso. Il nostro console sul posto risiede permanentemente nella capitale dello stato, Bhubaneswar, ed è in contatto costante con il ‘chief minister’”.

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