Una giornata dai nervi tesi Contrasti sull’art. 18

ROMA – Incomincia la mattina presto, con Camusso che aspetta Marcegaglia davanti allo scalone di Palazzo Chigi, baci e abbracci prima di salire per sedersi alla prima di innumerevoli riunioni durate tutto il giorno. Finisce a tarda sera, con Marcegaglia che spera nella ‘’responsabilità ‘’ della Cgil e Camusso che risponde che ‘’responsabile’’ sarebbe stato cercare una soluzione condivisa. A lasciare la sede del governo davvero sorridente, tra le donne al tavolo, è solo il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, spilletta a sostegno del rientro di tutti gli ostaggi italiani all’estero appuntata al bavero della giacca, soddisfatta per la ‘’buona proposta di riforma’’ portata a casa.
Che la giornata sarebbe stata a ‘nervi tesi’, però, in mattinata si capisce presto, quando i tavoli da uno si moltiplicano, quando si procede per incontri separati. Quando nella pausa prima dell’incontro ufficiale i sindacati lasciano Palazzo Chigi e si ‘rinchiudono’ nelle sedi delle loro organizzazioni. E diventa palese quando anche l’incontro ufficiale slitta di più di un’ora (dopo le prime valutazioni al vetriolo che filtrano da Corso d’Italia) e salta pure il rituale ‘giro di tavolo’. Niente immagini ufficiali, insomma, di una giornata che non porterà alla firma di un accordo, ma ad un testo ancora da chiudere e che andrà direttamente in Parlamento. E proprio le foto mancate provocano la ‘rivolta’ degli operatori: frustrati dopo una giornata di lavoro sostanzialmente persa.
La rabbia di fotografi e cameraman ‘esplode’ quando su Twitter spunta, di nuovo, dopo l’incontro tra Monti e i segretari dei partiti immortalati da Pier Ferdinando Casini, uno scatto ‘rubato’ e messo in rete dalla Cgil. Telecamere e macchine fotografiche posate su Piazza Colonna, gli operatori, proprio nel giorno in cui si discute della riforma del lavoro, chiedono ‘’rispetto per la professionalità della gente che lavora’’.
Intanto, però, dopo l’ennesimo giro di incontri ristretti, nella sala Verde di Palazzo Chigi, secondo quanto riferito da alcuni presenti, a sorpresa non c’è alcuna concitazione, come se ‘’tutti fossero già consapevoli’’ e avessero già ‘’avuto modo di metabolizzare’’ la novità di una trattativa conclusa senza accordo.
Tanto che c’è spazio pure per qualche ‘battuta’, rigorosamente in stile ‘british’, da parte del presidente del Consiglio che, ad esempio, ironizza scherzosamente sui tempi del ministro Fornero, che illustrando la proposta aveva cominciato a leggere per intero il documento del governo.