Lite Pdl-Pd, Casini: «Rischio crisi di Governo»

ROMA – Il presidente del Consiglio vola in Asia, con in tasca la riforma del governo sul mercato del lavoro, mentre i partiti, con uno sguardo alle elezioni amministrative di maggio, litigano. Pomo della discordia l’ultimo sforzo riformista del professore e della determinata Elsa Fornero che sul tema delicatissimo dell’ art. 18, che da decenni regola i licenziamenti in Italia, ha fatto esplodere le antiche tensioni tra quelli che al momento sono i due principali partiti della maggioranza. Questa volta con il Pdl che difende ‘SuoerMario’ e il Pd che lo critica. Una situazione che spinge, ancora una volta, Pier Ferdinando Casini a vestire i panni del moderatore, anzi dello ‘’sminatore’’ come dice lui stesso ad un convegno dei giovani dell’ Udc, avvertendo i duellanti che così facendo ‘’si rischia di far cadere’’ il Professore
Sul fronte del Pdl, è Maurizio Gasparri ad avvertire che ‘’il Pd la riforma del lavoro non la vuole fare perchè è troppo lacerante al suo interno’’. E rinnova i sospetti su Bersani e compagni che ‘’prenderanno tempo per affossare tutto’’. Per Gasparri tocca ad Alfano impugnare la bandiera del riformismo e spingere per far approvare il ddl entro luglio (Un concetto che sarà ribadito oggi a Milano nel corso della conferenza sul lavoro voluta proprio dal segretario). Un provvedimento che, comunque, anche il Popolo della libertà vuol modificare a favore delle piccole imprese come possibile contraltare alle modifiche restrittive sull’ art. 18 che il Pd con l’aiuto, presumibile, delle opposizioni cercherà di apportare in Parlamento. Su questo, infatti, interviene anche il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto, preoccupato dalla ‘’flessibilità in entrata’’ pur con l’ affermazione che l’art.18 così come è stato ridefinito dal governo ‘’non si tocca’’.
Sul fronte opposto, la presidente del Pd Rosy Bindi da Siena, dove partecipa ad un congresso del partito, ribadisce:
– Questa legge non potrà mai essere approvata così com’è – e prevede un lavoro di modifica in Parlamento ‘’con l’aiuto anche delle forze politiche che non sostengono il governo’’. Mentre il sindaco di Torino Piero Fassino, rivolgendosi ai compagni di partito afferma che Monti ‘’non ha in mente di penalizzare questa o quella forza politica’’.
– Ne conosco l’onesta intellettuale e non credo che né lui né il ministro Fornero agiscano per mettere il Pd all’ angolo – rassicura temendo le troppe fibrillazioni.
– Siamo – avverte Casini – nel mezzo di un’emergenza che non è finita. In qualche mese questo Governo è riuscito a fare quello che gli altri governi, quelli del mitico bipolarismo, non hanno fatto rinviando i problemi. Noi siamo impegnati dal mattino alla sera a fare gli sminatori – prosegue il leader dell’ Udc rivolgendosi agli altri due azionisti di maggioranza – per cercare di fare andare avanti tranquillo Monti.
Casini osserva che ‘’c’è chi tira da una parte e chi tira dall’altra’’ e ammonisce:
– Se si continua così il Governo prima o poi entra in crisi sul serio e sarebbe un atto di irresponsabilità allo stato puro.
E in questo frangente, comunque, molti nel Pdl pensano che si possa portare Casini sul terreno del centrodestra nell’ottica della costruzione di un polo moderato da contrapporre a Bersani e al resto della sinistra alle prossime elezioni.
– Nella battaglia che si aprirà in Parlamento sul lavoro il Pdl – sostiene per esempio Osvaldo Napoli – non sarà solo nell’impedire di svuotare la riforma perchè l’ Udc di Casini non potrà più giocare al Terzo Polo e starà con noi-
Intanto continuano le bordate del Carroccio sul riformismo del professore con un affondo polemico di Calderoli, in puro stile leghista. L’ex ministro della Semplificazione prima paragona Monti a Schettino perchè ‘’ci sta portando contro gli scogli’’ e poi aggiunge: ‘’è un uomo che mi sta così sulle palle…’’.