Sicurezza, assistenza e cittadinanza: iI puzzle di Porta a Maracaibo

CARACAS – “Adesso una Italia nuova si può fare”. Questo il motto che campeggia nella parte alta della pagina web del deputato eletto in America Latina, Fabio Porta. Un motto che l’Onorevole deve aver tenuto ben in mente durante la visita di lunedì alla città di Maracaibo.
Una Italia nuova e più vicina ai suoi emigrati è quella che si attendono gli italiani della capitale dello Stato Zulia. Una Italia nuova che assicuri una migliore assistenza sanitaria, dei servizi più dinamici e delle risorse più cospicue da investire nella cultura e nella formazione dei connazionali all’estero. Questo è cio che desiderano gli italo-marabini, gli italo-venezuelani e gli italiani di tutto il mondo. Questa è la missione di Porta che dal proprio sito internet proclama il suo impegno nel garantire “servizi consolari efficienti”, nel “promuovere una politica rivolta alla seconda e alla terza generazione di italiani”, nel favorire la copertura assicurativa necessaria ad “una adeguata Assistenza Sanitaria per i più indigenti”, nel “valorizzare la presenza, la storia e la cultura italiana in America Latina”.
A Maracaibo il deputato del Pd ha sostenuto un triplice incontro. Il primo, negli uffici del Patronato Inca-Cgil. Il secondo, nella sede del Consolato Generale d’Italia e il terzo alla presenza del direttivo e del presidente della Casa d’Italia, Francisco Lombardi, e del massimo rappresentante del Comites locale, Cono Siervo.
Al Patronato spazio ai temi assistenziali e pensionistici. In primo piano i disservizi causati in tutto il globo da Citibank.
Nel confronto con il Console Fernando Curatolo largo a sicurezza, sequestri, espropri e tagli ai benefici destinati alla comunità, con un occhio di riguardo per le situazioni in stato di criticità.
Nel terzo appuntamento focus puntato sugli investimenti in cultura e formazione giovanile, sulla ripresa delle trasmissioni informative prodotte da Rai International, sul supporto alle entità assistenziali, zuliane e non, e sull’approvazione della legge per il riacquisto della cittadinanza persa nei casi di naturalizzazione.
Porta si è impegnato nella calendarizzazione in Parlamento della legge suddetta. “Una promessa e una dimostrazione di interesse nei confronti di noi italiani del Venezuela, anzi dell’America Latina in generale, che ci rendono piuttosto ottimisti”, il commento di Cono Siervo.
Il presidente del Comites, insieme al membro del Cgie, Michele Coletta, ha posto l’accento sull’assistenza sanitaria reclamando “un maggior numero di medicinali” e il ritorno al sistema assicurativo per cui “ogni connazionale era in possesso di un’assicurazione attraverso cui far richiesta direttamente, senza il passo intermedio al Consolato, di cure e medicine, in clinica o in farmacia. L’accordo con Locatel – ammette – è efficace, ma è ancora troppo poco, la rapidità poi è venuta a mancare”.
La collettività non ha perso l’occasione per esprimere forte preoccupazione anche nei confronti della pluriennale mancanza di sicurezza. “Un problema latinoamericano, non solamente venezuelano – secondo Siervo -. Porta in Parlamento è solo, rappresenta il voto di una sola persona, ma non per questo rinuncerà a lottare per noi”.
Dai giovani locali è stata sottolineata la necessità di incrementare i fondi riservati alle manifestazioni culturali.
I rappresentanti delle associazioni giovanili – racconta Siervo – si sentono vittime di un abbandono da parte del Governo italiano e condannano i tagli alla cultura. Anche nella forma dei ridimensionamenti alle trasmissioni Rai, programmi che diffondono lingua e cultura italiana nel mondo intero.
Siervo, come tutta la collettività italo-marabina, si augura che dalla “graditissima” visita del parlamentare scaturisca “qualcosa di positivo” per tutti i cittadini di origine italiana all’estero.
“Un qualcosa di positivo” capace di dare un senso al triplice, quadruplice, quintuplice puzzle rappresentato dalla difficile realtà italovenezuelana.

Giovanni Di Raimondo

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