Legge Elettorale, la base contro ‘ABC’

ROMA – Il Pdl ribadisce che la nuova legge elettorale dovrà essere fatta di pari passo con le riforme costituzionali. E sul punto è chiaro anche il presidente del Senato Renato Schifani. Oltre ad assicurare come a Palazzo Madama si sia pronti a lavorare anche il ‘’sabato, la domenica e l’estate’’ per raggiungere questo obiettivo, la seconda carica dello Stato mette in guardia i partiti: fare sul serio le riforme è un ‘must’ perchè è l’unico modo per ‘’recuperare credibilità’’.
Così, è l’appello di molti nella maggioranza, avanti tutta con le riforme (‘’almeno la riduzione dei parlamentari’’); con la modifica dei Regolamenti parlamentari (ieri un primo passo avanti è stato fatto in Giunta per il Regolamento della Camera e nel Pdl che riunisce deputati e senatori per accelerare al massimo i tempi di modifica delle norme in entrambi i rami del Parlamento) e con la legge elettorale. E poco importa che la riforma del ‘Porcellum’ non sia la migliore possibile perchè, come sottolinea il leader Udc Pier Ferdinando Casini, la politica è l’arte del compromesso. E dunque, visto che il modello proporzionale individuato da ‘ABC’ martedì scorso può essere considerato ‘’un punto di arrivo’’, lui lo ha accettato.
– Chi dice che è uno schifo – incalza – vuol dire che vuole tenersi stretto il Porcellum e deve assumersi le sue responsabilità.
Sulla stessa lunghezza d’onda il presidente dei senatori del Pd Anna Finocchiaro. Anche lei avrebbe preferito altre soluzioni, ma ora l’importante è ‘’spazzare via’’ la legge porcata, avverte, e chi parla di ‘’inciuci’’ vuol mantenere ‘’lo status quo e il Porcellum’’
In vista di martedì, quando il ‘pool’ di tecnici coordinato dal responsabile Riforme del Pd Luciano Violante tornerà ad incontrarsi per tentare di mettere nero su bianco una possibile bozza, non si placano le fibrillazioni nel Pdl. Molti ex An si riuniscono al Senato per dire che l’accordo raggiunto dai tre leader così com’è non va. E si lascia a Ignazio La Russa il compito di ‘monitorare’ la trattativa, condotta fino a martedì (giorno del vertice tra Alfano, Bersani e Casini) dal vicepresidente dei senatori Gaetano Quagliariello. Mentre Domenico Benedetti Valentini continua a chiedere la convocazione della Direzione Nazionale del Pdl per affrontare una volta per tutte la questione.
Critiche – che La Russa assicura non provenire dalla pattuglia degli ax An che, dice, ‘’stanno col PDL di Alfano e con Alfano e Berlusconi senza se e senza ma’’ – arrivano da Lega, Sel e Idv. Se le riforme sono serie, assicura Roberto Calderoli, il Carroccio ci sta. Se invece si tratta di dar vita ad un modello ‘’romano-tedesco’’, dice ‘no’.
– In Italia – afferma -, prima si fanno i trucchi e poi le leggi.
E’ da ‘’letteratura dell’orrore’’ commenta Nichi Vendola. Mentre Di Pietro imbocca già la strada del referendum. E’ vero che la legge elettorale va cambiata, osserva il leader Idv, ma non si può passare ‘’dalla padella alla brace’’, dalla ‘’porcata alla vaccata’’. L’ipotesi che le forze politiche possano fare accordi dopo il voto, senza sottoscrivere un programma e un candidato premier, comporta ‘’che alla fine ognuno si venderà al migliore offerente come nel mestiere più antico del mondo’’, assicura.
E anche nel Pd i malumori non mancano. Con Rosy Bindi e Arturo Parisi a guidare la ‘fronda’ avversa dopo aver definito la proposta di ‘ABC’ la ‘’tomba del bipolarismo’’. La definizione però piace poco a Quagliariello.
– Mi fa un po’ ridere – dichiara – la storia che abolirebbe il bipolarismo. L’idea è quella di aiutare il bipolarismo possibile, lasciando una visione bipolare tra i due maggiori partiti e prevedendo una legge in cui più il partito è grande e più guadagna in termini di seggi.

Lascia un commento