Bankitalia: con la crisi crolla il reddito delle famiglie

ROMA – Durante la fase più acuta della recessione, nel biennio 2008-2009, il reddito delle famiglie italiane è crollato del 4% a fronte di un Pil in calo del 6%. Crollo che arriva al 7,5% procapite rispetto alla primavera del 2008, prima della crisi. In alcuni casi la minore disponibilità di risorse è stata determinata dalla necessità di sostenere almeno un figlio convivente che aveva perso il lavoro. Lo ha sottolineato il vice direttore generale di Bankitalia Anna Maria Tarantola nel suo intervento a Genova al convegno ”La famiglia, un pilastro per l’economia del Paese”.
Nello stesso periodo le dinamiche dei redditi delle famiglie francesi, tedesche, americane, svedesi e inglesi sono state opposte, e nel periodo più duro della recessione i loro redditi sono addirittura cresciuti. In Francia, a un calo del Pil prossimo al 3%, si è associato un incremento delle entrate familiari di quasi il 2%. Per Germania e Stati Uniti il reddito delle famiglie è salito di circa mezzo punto (Pil -4%), mentre inglesi e svedesi hanno visto il reddito salire rispettivamente del 2 e del 5% a fronte di un calo del Pil del 5%.
A penalizzare le famiglie italiane è stata la necessità, ha spiegato Tarantola, di contenere il sostegno pubblico per ”impedire un drastico peggioramento” dei conti dello Stato. Mentre negli altri Paesi la diversa dinamica dei redditi è stato frutto dell’aumento degli aiuti sociali e talora la riduzione delle tasse. Nei fatti le famiglie italiane, ha detto Tarantola, ”hanno svolto un’importante funzione di ammortizzatore sociale che continuerà anche nel 2012”.
Per converso il prezzo più alto della crisi lo hanno pagato ”proprio i giovani che hanno intrapreso un percorso autonomo e oggi fronteggiano livelli di incertezza più elevati”. Sempre a causa della crisi, i giovani si trovano a risparmiare poco quando invece, esorta Tarantola, ”dovrebbero accumulare di più visto che il livello della loro pensione sarà presumibilmente più contenuto”.
La crisi ha ampliato il divario tra la condizione economica e finanziaria dei giovani e quella del resto della popolazione: tra il 2008 e il 2010 la quota di famiglie povere in base al reddito e alla ricchezza è cresciuta di circa 1 punto percentuale per il campione nel suo complesso, e di circa 5 punti per le famiglie dei giovani.

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