“Nuova libia”: inchiesta legami tra Eni e Gheddafi

ROMA – Il Consiglio nazionale transitorio libico (Cnt) ha aperto una inchiesta sui legami tra il defunto rais Muammar Gheddafi e le compagnie petrolifere straniere. Fra i nomi dei giganti stranieri del petrolio su cui si cerca di fare chiarezza spiccano l’italiana Eni, il più importante partner commerciale della Libia nel settore, e la francese Total.

Il governo, ha spiegato uno degli investigatori, Salem Qanan, ha chiesto la opportuna documentazione alla Noc, la compagnia petrolifera nazionale libica. Secondo Qanan “ci sono ragioni” per sospettare sui contratti siglati durante l’era Gheddafi, in particolare con le compagnie “influenzate” dal figlio del rais, Saif al-Islam.

Stando a quanto sostiene il quotidiano Usa Wall Street Journal, il governo degli Stati Uniti ha fatto pressione e sta investigando anche in prima persona. La Securities and Exchange Commission ha infatti recentemente inoltrato a Eni e Total richiesta formale di fornire i documenti relativi ai rapporti commerciali con società petrolifere libiche durante il regime di Gheddafi. E aveva fatto lo stesso con il gigante americano Marathon Oil Corporation lo scorso febbraio.

L’Eni ha commentato sostenendo che la richiesta degli Usa sarebbe in connessione con “certi pagamenti illeciti ad ufficiali libici che potrebbero violare le leggi americane contro la corruzione”. La multinazionale italiana ha anche precisato che il periodo al vaglio degli investigatori sarebbe quello che va dal 2008, anno in cui Eni e altre compagnie straniere rinegoziarono i contratti commerciali con la Libia, e l’inizio del 2011, quando scoppiò la guerra civile.

Saif al Islam, che secondo quanto sostenuto dal nuovo regime libico sarebbe all’origine delle possibili irregolarità nei rapporti coi colossi petroliferi mondiali, è oggi detenuto in un carcere segreto delle milizie di Zintan, che lo catturarono l’anno scorso. Domenica l’Alta corte penale internazionale dell’Aia ha inviato nel Paese una delegazione per richiedere l’estradizione del figlio dell’ex leader libico per crimini contro l’umanità, ma il Cnt si è rifiutato categoricamente di estradarlo. Il ministro della Giustizia libico ha spiegato che Saif verrà processato da un tribunale locale per corruzione, omicidio e stupro.

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