Utoya, Breivik il massacratore era sano e responsabile

OSLO – Sano di mente e quindi penalmente responsabile: l’estremista di destra norvegese Anders Behring Breivik sapeva perfettamente cosa stava facendo il 22 luglio dello scorso anno quando massacrò 77 persone, e fece improvvisamente scoprire debole e vulnerabile un’intera nazione. E’ quanto ha stabilito ieri a Oslo una controperizia che ha capovolto una precedente valutazione secondo la quale l’uomo era uno ‘psicotico, schizofrenico e paranoide’. Questo ulteriore pronunciamento, che non ha valore vincolante per il processo che si apre il 16, costituisce tuttavia un passaggio importante verso la definitiva perizia, prevista a metà luglio con la fine del dibattimento.
I giudici che dovranno emettere il verdetto sull’autore di un massacro che ha fatto dire a molti norvegesi ‘’Dopo Breivik nulla sarà più come prima’’ e che ha strappato un velo sul cuore di tenebra che sempre più spesso insanguina il nord Europa, disporranno così di un parere che potrebbe far pendere la bilancia verso il carcere. In caso contrario, se venisse alla fine dichiarato incapace, per Breivik si spalancherebbero le porte dell’internamento psichiatrico. In entrambi i casi rischia una detenzione a vita, perché la legge norvegese permette di aggiungere alla pena massima di 21 anni una serie di periodi accessori che ne prolungherebbero indefinitamente la detenzione. In quasi un anno, per la verità Breivik è apparso incapace di rimorsi e sordo a qualunque senso di colpa, nonostante l’isolamento in cui è stato tenuto, e nonostante sia stato fatto tornare in catene ad Utoya, il teatro della più sanguinosa delle stragi da lui commesse. ‘’Non sono pazzo, merito una medaglia al valor militare, liberatemi subito’’ aveva detto Breivik solo due mesi fa all’ udienza per il prolungamento della detenzione sino al processo. E al processo Breivik non solo difenderà il proprio folle gesto ma, ha spiegato ieri il suo avvocato Geir Lippestad, ‘’deplorerà di non essere andato oltre’’.