11 A, Chávez: “Prova tremenda” Capriles: “Nulla da celebrare”

CARACAS  –   Alcune ore prima di prendere il volo di ritorno da L’Avana, attraverso il suo account Twitter il presidente della Repubblica, Hugo Chávez, ha ricordato gli eventi dell’11 aprile 2002, data del tentativo di golpe ai suoi danni, nel modo in cui ci ha abituati, elogiando i suoi compatrioti: “ Fu una prova tremenda quella a cui fu sottomesso il Popolo Venezuelano! Che tu sia Benedetto, Popolo mio! Vivremo e Vinceremo!”.

Completamente opposta l’opinione del leader dell’opposizione, Henrique Capriles Radonski, che si è scagliato contro le celebrazioni dell’avvenimento da parte del governo. “Il paese non ha nulla da celebrare in questo giorno, oggi il Venezuela sta peggio che dieci anni fa”, il pensiero espresso dal candidato della Mud.

 

Chávez è atteso agli atti in memoria dell’11A tra oggi e domani. “Vivano i nostri martiri dell’11 Aprile! Abbracci a Elías (il vicepresidente, ndr) e a tutto il Popolo Venezuelano. Io mi sto mettendo gli stivali da militare! Aspettatemi!!”, ha continuato raggiante il Presidente nel suo secondo ‘tuit’. Ieri il vicepresidente Elías Jaua ha celebrato un atto in omaggio alle persone scomparse nella città mirandina di Los Teques.

 

“Io vedo il Governo nazionale celebrando cosa, gli scontri tra venezuelani, la divisione tra il popolo, la divisione tra le famiglie”, la dura replica del governatore dello Stato Miranda. Secondo Capriles il Venezuela oggi “è un paese diviso che non avanza”

 

In riferimento ai giorni trascorsi dietro le sbarre per i fatti che lo videro coinvolto nell’assalto all’Ambasciata cubana il leader dell’opposizione ha dichiarato: “Io mi recai lì per calmare gli animi e mi ritrovai in carcere, e quando il carcere è ingiusto e doppiamente duro. Ne uscii con odio? – Si chiede Capriles, per poi darsi la risposta da solo -. No perché lasciai che Dio entrasse nel mio cuore”.

 

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