Kabul, assalto dei talebani Attaccati Parlamento e Isaf

KABUL – Giornata di guerra a Kabul. Attacchi multipli e coordinati rivendicati dai talebani sono stati sferrati in tre diverse zone della città, e continuano a tenere impegnate le forze di sicurezza afghane. Il bilancio delle vittime è di 17 ribelli uccisi, 17 agenti delle forze di sicurezza afghane e nove civili feriti. Due attentatori suicidi sono stati arrestati prima che riuscissero a farsi esplodere.
Colpito il quartiere delle ambasciate occidentali (in particolare, le sedi diplomatiche di Gran Bretagna, Giappone e Germania, che sono state prese di mira da un commando di insorti sul tetto di un edificio nella zona), i centri di addestramento Nato, il Parlamento, la vicina ambasciata russa e una base militare turca a est.

Offensive in tutto il Paese
Contemporaneamente, sono state colpite anche diverse altre località del Paese: Jalalabad e il suo aeroporto, la provincia di Logar e di Paktia. Gli attacchi hanno preso il via quando un primo commando è riuscito a introdursi all’hotel Star di Kabul, nel quartiere delle ambasciate.
“E’ troppo presto per poterlo dire con certezza, ma i primi elementi di intelligence raccolti dimostrano il coinvolgimento della rete militare di Haqqani’’ hanno precisato fonti del ministero degli Interni afghano secondo cui il loro obiettivo era quello di uccidere il vice presidente Karim Khalili.
Combattimenti anche a poche decine di metri dall’ospedale di Emergency, nel centro della città. Il personale internazionale e locale del centro chirurgico di Emergency ha attivato la procedura di ‘mass casualties’, ovvero le attività per gestire un eventuale afflusso massiccio di feriti. Il centro ha ricevuto già le prime vittime degli attacchi. I combattimenti hanno subito una breve pausa e alcune strade sono state riaperte consentendo l’arrivo dei feriti, poi gli scontri sono ripresi con la violenza di prima.
“Si sentono distintamente botti e spari che si intervallano in diverse parti della città. La tensione c’è e da uomo di strada dico che ci si aspettava questo ritorno” di violenza, ha detto Giuseppe Moretti, nunzio apostolico in Afghanistan, confidando come queste ore a Kabul “ricordano tanto il 13 settembre”, quando un attacco dei talebani ai palazzi governativi provocò morti e feriti. Anche quel giorno, quando sotto assedio finirono il quartier generale Nato e diverse ambasciate, “era un periodo di calma e poi arrivò l’inferno”.

La rivendicazione dei mujaheddin afghani
A rivendicare gli attacchi a Kabul e nel resto del Paese è stato un portavoce dei talebani. “Decine dei nostri coraggiosi mujaheddin armati in modo pesante stanno partecipando alle operazioni di oggi a Kabul, Logar, Paktia, e nella provincia di Nangahar’’ ha detto il portavoce Zabiullah Mujahid.
Fonti della Farnesina hanno spiegato che “non si registrano per il momento situazioni di pericolo che coinvolgano connazionali o personale italiano in servizio a Kabul”, precisando che il ministero degli Esteri “segue da vicino attraverso l’unità di crisi e in continuo raccordo con l’ambasciata Kabul l’evolversi della situazione nella capitale afghana e nelle varie aree del paese”.

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