L’Ue verso l’aumento delle risorse per il ‘fondo’

NEW YORK – Il riaccendersi delle tensioni in Europa sarà al centro delle riunioni del Fondo Monetario Internazionale (Fmi), che si apriranno la prossima settimana a Washington. E al margine delle quali si riunirà anche il G20 dei ministri finanziari e dei governatori delle banche centrali, che dovrebbe dare il proprio via libera a un aumento delle risorse del Fondo per 400-500 miliardi di dollari, così da rafforzare le difese globali anti-crisi.
Il Fmi scatterà la propria fotografia sullo stato di salute dell’economia mondiale e comunicherà martedì prossimo le sue nuove stime. Secondo quanto dichiarato nei giorni scorsi dal direttore del Fondo, Christine Lagarde, le stime saranno riviste al rialzo rispetto a quelle di gennaio pur restando meno ottimiste di quelle del settembre scorso, quando l’istituto aveva previsto una crescita globale del 4%.
– La crisi dell’Europa – ha ribadito Lagarde acendo eco anche ai commenti degli Stati Uniti – continua a rappresentare il rischio maggiore sull’economia. E il riaffiorare delle tensioni preoccupa: l’Europa deve rafforzare le proprie difesa
Proprio gli Stati Uniti ritengono che l’Europa abbia le risorse necessarie per far fronte alla crisi e, anche per questo, sono contrari a un aumento delle risorse per il Fmi. Lagarde continua però a portare avanti la sua battglia per un Fondo più ricco e in grado di rispondere al meglio alle esigenze dei paesi membri, non solo europei.
Il G20, in programma, venerdì dovrebbe dare il proprio via libera a un aumento delle risorse dell’istituto di Washington: si tratterebbe di 400-500 miliardi di dollari, una cifra inferiore a quella inizialmente richiesta dal Fmi. Nel fare il punto sullo stato di salute dell’economia e dei conti pubblici, sui quali – ha avvertito il Fmi nei capitoli analitici del World Economic – pesa il rischio longevità, il G20 si aggiornerà anche sui progressi della riforma della finanza, prendendo anche atto della decisione della Cina di ampliare la banda di oscillazione dello yuan rispetto al dollaro all’1% dallo 0,5% in vigore dal 2007.
Attesa la prossima settimana anche la decisione su chi guiderà la banca Mondiale. Il board dell’istituto deciderà per consenso entro il 20 aprile. In corsa ci sono il candidato americano Jim Jong KIm e il ministro delle Nigeria Ngozi-Okonjo Iweala. Kim, che incassato anche l’appoggio della Russia, appare il favorito.

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