Gip: ‘Lavitola ha corrotto il presidente di Panama’

NAPOLI – Associazione per delinquere, bancarotta fraudolenta, riciclaggio, truffa aggravata: l’elenco delle accuse che i magistrati di varie procure rivolgono a Valter Lavitola si è improvvisamente allungato ieri, quando all’ex direttore dell’Avanti appena sbarcato a Fiumicino agenti della Digos e militari della GdF hanno notificato una nuova ordinanza di custodia cautelare. Un provvedimento di 267 pagine emesso dal gip Dario Gallo, che ha accolto la richiesta dei pm Henry John Woodcock e Vincenzo Piscitelli. Nella bufera anche il senatore Sergio De Gregorio, ex dipietrista passato al Pdl: i magistrati chiedono per lui, a Palazzo Madama, gli arresti domiciliari.
Due i filoni di indagine: il primo sui finanziamenti ottenuti dall’Avanti – 23 milioni in tutto – grazie a documenti falsi, che attestavano spese mai sostenute e una diffusione del giornale molto superiore a quella reale; gran parte della somma sarebbe poi stata trasferita su conti esteri, come ha rivelato ai pm un giornalista dell’Avanti che sarebbe stato costretto da Lavitola a compiere alcune di queste operazioni. Il secondo sulla corruzione di personalità panamensi per ottenere l’attribuzione di un appalto (poi non affidato) per la costruzione di 4 carceri, il cui importo è stimato in 176 milioni di dollari; tra le persone corrotte ci sarebbero il presidente di Panama, Ricardo Martinelli, il ministro della Giustizia e altri esponenti del governo. 10 in tutto le ordinanze, 6 in carcere e 4 ai domiciliari; una ai domiciliari riguarda De Gregorio ed è stata inviata al Senato perché venga esaminata dalla giunta per le autorizzazioni a procedere.
Dalle indagini è emerso un rapporto molto stretto tra il politico e il giornalista, entrambi ex militanti del Psi. Particolarmente importante il contributo fornito da Andrea Vetromile, per anni commercialista di fiducia di De Gregorio. Il contabile ha dichiarato, per esempio, che quest’ultimo, eletto al Senato per l’Idv, per passare con il centro destra fu “lautamente remunerato”. Il verbale di Vetromile contiene diversi omissis, segno che i pm stanno approfondendo questo aspetto.
– Una volta eletto – ha raccontato il teste – De Gregorio passò nelle fila del centrodestra. Ebbene fu proprio Lavitola che, forte dei suoi rapporti personali con Berlusconi, concretizzò questo accordo. Voglio precisare che l’accordo del passaggio di De Gregorio al centrodestra venne così lautamente remunerato…(omissis)”.
Il commercialista aggiunge che “anche Lavitola, come De Gregorio, doveva traghettare, in virtù dell’accordo con Berlusconi, quanti più parlamentari e senatori possibile dal centro sinistra al centro destra”: segue anche qui un omissis.
Il senatore si difende:
– Non mi sento un perseguitato, ma qualche dubbio comincio ad averlo. Ho già chiarito tutto nel corso di due lunghi interrogatori. Mi auguro che il Senato prenda atto dell’ insussistenza delle accuse.
Nell’ordinanza di custodia cautelare sono anche contenuti brani della deposizione resa dalla sorella di Lavitola, Maria, che si è presentata spontaneamente ai pm. La donna ha riferito che il fratello riusciva a conoscere in anticipo le mosse dei pm e che, grazie alle sue fonti, fece in modo che la moglie svuotasse alcune cassette di sicurezza prima che fossero perquisite. Ha parlato anche di messaggi che il fratello avrebbe voluto far giungere a Berlusconi attraverso lei stessa o un avvocato, precisando che entrambi rifiutarono. Maria avrebbe dovuto ritrovare un contratto da 800mila euro stipulato da Berlusconi con l’Avanti e lasciarlo in una busta a Palazzo Grazioli; l’avvocato chiedeva al leader del Pdl 5 milioni: se lui non avesse pagato, Lavitola “avrebbe avuto tutte le giustificazioni, anche morali, per dire tutto quello che sapeva su Berlusconi”.
L’interrogatorio di garanzia del giornalista è fissato per domani. Lavitola sarà ascoltato dal gip di Napoli, per rogatoria, anche in merito all’accusa di aver indotto l’imprenditore Gianpaolo Tarantini a dichiarare il falso riguardo alle escort che forniva a Berlusconi quando quest’ultimo era premier. Per questo reato, il gip di Bari aveva emesso un’ordinanza di custodia cautelare lo scorso ottobre.

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