Lega, GF a caccia di oro e diamanti

ROMA – Nuovo blitz della Guardia di Finanza nella sede della Lega, in via Bellerio. A quanto si apprende le Fiamme Gialle avrebbero acquisito tutta una serie di documenti su disposizione dei magistrati che indagano sull’ex tesoriere del Carroccio, Francesco Belsito.
Carte forse legate a diamanti che, acquistati dall’ex tesoriere della Lega Francesco Belsito con i soldi dei rimborsi elettorali, mancherebbero all’appello, secondo quanto trapela da ambienti della procura di Milano.
Nei giorni scorsi gli investigatori hanno cercato lingotti d’oro per il valore di duecentomila euro e di diamanti per centomila euro. Ma, e questo è il dato nuovo, l’ex amministratore avrebbe comprato diamanti per un totale di 400mila euro.
Secondo quello che emerge dalle carte dell’inchiesta circa 600mila euro in oro e diamanti sarebbero stati consegnati e spartiti tra Francesco Belsito, Rosy Mauro e Piergiorgio Stiffoni. Stando a quanto si apprende, utilizzando le somme depositate sui conti che fanno riferimento alla Lega Nord, 400mila euro sarebbero stati investiti in diamanti e 200mila per l’acquisto di 5 kg di lingotti.
Le operazioni sono state svolte presso la Banca Popolare di Novare e Banca Aletti. Soprattutto, stando a quano emerge, i preziosi sarebbero stati consegnati a Belsito che avrebbe ricevuto tutti i lingotti in oro e parte dei diamanti. Rosy Mauro e Stiffoni, inoltre, avrebbero ricevuto parte dei 400mila euro investiti in diamanti.
Sui conti della Lega, intanto, indaga anche la Corte dei Conti. Ieri pomeriggio il capo della Procura della Corte dei Conti lombarda, Antonio Caruso, si è presentato dal procuratore aggiunto di Milano Alfredo Robledo, titolare dell’inchiesta con al centro l’ex tesoriere del Carroccio Francesco Belsito. Una visita finalizzata a consentire ai magistrati contabili di prendere ‘contatti’ per un eventuale scambio di carte necessario per il procedimento davanti alla Corte dei Conti. Da quanto si è saputo, la Procura della Corte dei Conti ha aperto un procedimento autonomo relativo a un presunto danno erariale, partendo dall’ipotesi di truffa ai danni dello Stato contestata dalla Procura di Milano.
Un’altra testa cade in casa della Lega dopo la bufera che ha investito il Carroccio. Anche la leghista Monica Rizzi, considerata la badante del Trota per l’aiuto determinante che diede a Renzo Bossi nella campagna elettorale, si è dimessa, lasciando l’incarico di assessore allo Sport e Giovani della Regione Lombardia.
– Alla richiesta del mio partito di fare un passo indietro rispondo obbedisco, come ho fatto nel 2010 per candidare Renzo Bossi e in tutti questi 24 anni di Lega Nord – ha detto la Rizzi spiegando la decisione di lasciare l’incarico al Pirellone. Nonostante – sottolinea – siano chiuse le inchieste che mi vedevano coinvolta ed addirittura vi è stata la remissione della denuncia per dossieraggio nei miei confronti, alla richiesta del mio partito di fare un passo indietro rispondo obbedisco. Per questo ho firmato le mie dimissioni rimettendo le mie deleghe nelle mani di Roberto Maroni e Roberto Calderoli membri del triumvirato della Lega Nord per l’indipendenza della Padania. Ringrazio infinitamente Umberto Bossi per la splendida esperienza che mi ha permesso di fare in questi 2 ultimi anni.