Libero l’italiano sequestrato giovedì a Los Teques

CARACAS – È stato rilasciato sabato alle 18 nel quartiere di Coche, a Caracas, Umberto Pisapia, cittadino italiano di 43 anni residente a Los Teques, rapito giovedì alle 17 e 45 mentre faceva ritorno a casa insieme a due dipendenti del negozio di ferramenta (Fetiplom) di sua proprietà. La vittima è stata costretta a salire a bordo di un Mitsubishi Lancer insieme ai due impiegati, liberati poi intorno alla mezzanotte, al momento di intavolare la trattativa per il riscatto.

Fiducia nelle autorità
Massimiliano Pisapia, fratello di Umberto, appena contattato dai malviventi, non ci ha pensato due volte prima di chiamare la polizia. Immediatamente il reparto caraqueño del Cicpc ha attivato le procedure del caso.
Massimiliano ha mantenuto la trattativa con i criminali, probabilmente appartenenti a una banda organizzata operante nella zona de Los Altos Mirandinos, seguendo le indicazioni che gli giungevano dagli agenti. “I sequestratori hanno cominciato ad innervosirsi – racconta a La Voce l’intervistato – intuendo evidentemente qualcosa di sospetto nel mio modo di negoziare”.
La complicazione, giunta inaspettatamente, si è trasformata in un affare troppo grande da gestire per i malviventi che, percepito il pericolo, si sono progressivamente convinti a liberare Umberto.
Nel frattempo, sabato mattina, era stato avvertito anche l’esperto antisequestro dell’Ambasciata d’Italia a Caracas, estremamente preparato a fronteggiare questo tipo di situazione.

Ritorno in taxi
Due giorni è durata la prigionia di Umberto in una stanza buia di un’abitazione fatiscente, ‘rancho’ nel gergo locale, nella zona popolare di Coche, luogo in cui era stato trasferito dopo il rapimento. 100 bolívares, questa la somma consegnatagli dai delinquenti per pagarsi il taxi di ritorno a Los Teques.

Per la famiglia Pisapia una tragedia continua
È il terzo episodio che vede coinvolto un membro della famiglia Pisapia: per Umberto si tratta del secondo sequestro, il precedente era avvenuto nel febbraio del 2009 secondo la stessa modalità: al ritorno a casa in auto. Nello stesso anno, ad agosto, vittima della stessa sorte era stato il fratello Massimiliano, rapito all’uscita dal negozio di ferramenta.

Una denuncia può salvare una vita
È lo stesso Massimiliano che giovedì ha trovato il coraggio di sollecitare l’intervento del Cicpc prima e dell’Ambasciata poi: “Mi rivolgo a tutti i connazionali e non solo – il suo appello – affinché in casi simili al mio si rivolgano alle autorità di competenza, è la migliore opzione possibile. Nessuno, più di loro, sa come agire al riguardo”. Petizione sottoscritta anche dalla Vice Console Onoraria di Los Teques, Renata Mascitti, che ha tenuto a precisare come si tratti della “prima volta che nella capitale mirandina giunge una denuncia contro un sequestro”, e quanto sia “importante il supporto dell’Ambasciata e del suo agente speciale contro i sequestri”.

Rapimento a Merida:
si aspetta la richiesta di riscatto
CARACAS – A Merida è stato sequestrato Edgar Alexander López Araque, cittadino venezuelano di 38 anni. Di moglie italiana, Edgar è proprietario della tenuta Santa Teresa, ubicata nel settore La Sabana del municipio Sucre della città andina. Da quanto si è appreso, i malviventi lo hanno rapito a bordo del suo camion di marca Ford, targato A06AYCD. La vettura è stata ritrovata due ore dopo nel settore La Caña Brava del paese di Chiguara. Anche in questo caso i familiari della vittima hanno contattato l’ispettore dei carabinieri messo a disposizione dalla Farnesina, che, insieme al Cicpc, si sta occupando delle ricerche di López.

Giovanni Di Raimondo

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